L
a mia adolescenza è stata una mezza schifezza, ma c'era una cosa che mi entusiasmava, una sorta di premio di consolazione: gli scherzi telefonici. Per farli a regola d'arte avevi bisogno di:
1. Una casa senza genitori tra i piedi
2. Un'amica deficiente che sapesse fare le voci (quella di solito ero io)
3. Un elenco telefonico per sorteggiare i fortunati. Dalle tre alle sette c'era "il via alle telefonate": era l'appuntamento fisso pomeridiano. Spulciando l'elenco io e la mia amica avevamo trovato questa signora che di cognome faceva CAPPELLATO, che in Emilia è un sinonimo di "BECCATO", e chi poteva resistere di fronte a una cosa così? La chiamavamo tutti i santi giorni dicendo: La chiamavamo tutti i santi giorni dicendo:
"Cappellato?"
"Sì...