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27 Set

Piccole canaglie

crem's blog enrica alessi scrittrice

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È

tradizione vorrebbe che fossero i grandi a dire ai bambini cosa fare, ma nella maggior parte dei casi sono loro ad avere il potere – anche quando diresti il contrario. I bambini sono astuti, caparbi, tenaci, e lo sono da subito: da quando stanno nella culla fingendo di piangere solo perché si sono stancati di stare sdraiati. Più gli anni passano, più la situazione peggiora. Col passare del tempo il bambino impara a leggere nelle mente del genitore – manco fosse Mel Gibson in “What Women Want” – intuisce i suoi momenti vulnerabili e comincia a manipolarlo. Non è un caso che giochi sempre con il pongo: per lui siamo morbide palline da spappolare senza pietà. Gli basta guardarti con quegli occhi innocenti per riuscire a ipnotizzare la tua mente e farti fare l’impensabile. Ma quando ha ottenuto quello che vuole, ti ringrazia sfasciandoti casa, allagando il bagno, o svuotando l’armadio per giocare “al negozio”. Il bambino battezza segretamente mamma e papà in modo diverso:
Deficiente N. 1.
Deficiente N. 2.
Può ingannarli entrambi. Basta non farsi trovare sul luogo dell’incidente, depistare le indagini, inquinare le prove, e se necessario mentire spudoratamente anche davanti alla prova schiacciante.
E anche quando non ha nessuna via di uscita, lui riesce a spuntarla grazie al suo asso nella manica: il disaccordo dei genitori. A uno solo di noi tocca il ruolo del cattivo e non si capisce come mai. L’altro continua a vivere indisturbato: chiude un occhio – anche tutti e due – dice sempre sì e i bimbi lo amano. Possibile? Che io ricordi, non ho tirato a dadi, non ho fatto testa o croce, non l’ho nemmeno vinto a poker il ruolo della iena, ma se a casa nostra qualcuno deve smoccolare come un marinaio – giusto per citare una mia lettrice – vigliacca: quella sono io.
I genitori come me fanno parte della razza peggiore: i cattivi troppo buoni. Quelli che si arrabbiano, urlano, minacciano e poi non fanno niente. E sembra retorica, però è vero che non ci sono più i film in bianco e nero: non ci sono più i genitori di una volta. Quelli del “ciak buona la prima” dove ciak sta per il rumore che faceva lo schiaffo che arrivava dopo il primo “basta.”
Oggi? Prima di mettere in punizione tuo figlio, indici il consiglio genitori, vai a parlare con uno psicologo, chiedi un consiglio a tua madre, ti iscrivi a un forum di mamme e solo dopo – forse – riesci a fare il tuo dovere per insegnargli a correggere quello che non va. Di solito i bambini di oggi se la cavano con un “Niente TV per una settima!” – Ed escono con la condizionale dopo due giorni.
Al genitore “cattivo” invece va un po’ peggio: dopo essersi fatto odiare dalle figliolanza, si fa odiare pure dall’altro genitore. Gli effetti frustranti delle liti continue con i bambini si ripercuotono sulla vita di coppia come uno tsunami. Una cosa tipo “La guerra dei Roses.”
Quando ti arrabbi un po’ più del solito – causa sfracellamento di balle provocato dalla perenne mancanza di risultati – tuo marito ti dice che sei nervosa. Ti fa una perizia psichiatrica e ne conclude che sei nervosa e squilibrata. Con uno switch, ti mette da parte e prende in mano il timone senza tenere conto della burrasca. Torna vittorioso, si siede sul divano e ti guarda negli occhi come chi è convinto di possedere un mix di superpoteri e percezioni extrasensoriali, e dice: “basta dirgliele le cose!”
Ecco, frasi come questa, o altre del tipo: “Mi ha promesso che non lo fa più” e “Stavolta ha capito” tirano una iella al genitore che lui manco s’immagina.
Appena finisce la frase il bimbo fa peggio di prima. Ora sei tu che ti senti vittorioso, quasi come “Il Gladiatore” ma un pelo di più perché non hai dovuto aspettare l’altra vita per avere la tua vendetta. Gli sorridi e dici: “Pensa: questo è solo il primo giorno, buona fortuna!”

  Illustrazione: Valeria Terranova