To top
13 Nov

Chopard: Ice Cube Eyewear Collection

Gli anni sono passati, io sono cresciuta, ma oggi come allora, continuo a credere che ogni adolescente dovrebbe munirsi di un kit di sopravvivenza contro le insicurezze. Qualcosa che ti consenta di creare un equilibrio perfetto tra luci e ombre: tra ciò che vuoi mostrare e ciò che vuoi nascondere. Tre accessori indispensabili capaci di creare la formula vincente con cui superare la paura di sentirti inadeguato in certe situazioni...
Continue reading
8 Nov

La vita vera di una scrittrice

I o non so come mi immaginiate, ma ho pensato che fosse divertente chiarirvi come sto combinata. #NelCasoInteressasse. Che poi uno si immagina la scrittrice gnocca tipo Carrie che si mangia le ciliegie e non ha mai un problema con la ADSL, ma nella vita vera le cose vanno in modo diverso. Io: Johnny Depp in The Secret Window. Vestaglia di velluto, capelli arruffati e barba incolta. Siamo diversi solo perché non porto gli occhiali - ho dieci decimi. La scrittrice gnocca gira per casa in lingerie rosa pastello continuando a mangiare le sue ciliegie. Io invece no. Mi imbottisco di biscotti con la mia vestaglia di pile. In realtà sono tre: una fucsia a pois, una azzurra con...
Continue reading
7 Nov

Se finisco su un’ isola deserta?

crem's blog enrica alessi scrittrice
Q uando ti fanno la domanda: cosa porteresti con te su un'isola deserta? Sorridi, ci pensi un attimo e dici tre cose di cui non puoi fare a meno. Ma prova a immedesimarti davvero nella parte e dimmi se non ti viene da piangere. E non perché finisci tutta sola in un posto dimenticato da Dio e dagli uomini - una situazione tipo Cast Away con un pallone di nome Wilson non sarebbe così male. Ma pensa se l'aereo precipita e tu finisci su un'isola deserta con un fusto da paura. Quello che potrebbe sembrare lo spunto perfetto per la sceneggiatura di una commedia erotico-romantica, non è altro che il tragico epilogo della dignità femminile. L'immensa natura che...
Continue reading
6 Nov

Il sadismo di WhatsApp

 
C hi ha inventato il modo di monitorare la ricezione dei messaggi di WhatsApp è un genio del male. Queste cosa delle frecce ti complica la vita: specie quando scrivi a qualcuno che ti interessa. Dopo aver speso venti minuti a controllare la punteggiatura,  la sintassi, e corretto eventuali errori causati dalla scrittura intuitiva, fai un bel respiro, aggiungi un emoji e porti il pollice tremante sulla freccia blu che eseguirà l'invio. Butti il telefono a un chilometro di distanza - manco fosse una testata nucleare in procinto di esplodere - e fingi di ignorarlo. Ti metti a fare altro, cerchi di ingannare il tempo, ma soprattutto te stessa, facendo leva su una forza interiore che in casi come questi...
Continue reading
28 Ott

La leggenda di Halloween

C arola ha 9 anni e ha bisogno di qualche chiarimento sulla festa di Halloween. 🎃 "Mamma, ma di preciso ad Halloween cosa si festeggia?" "Halloween è una festa irlandese, ma come la nostra nasce per festeggiare la notte di tutti gli spiriti sacri, lo dice la parola: All Hallows' Eve." Carola mi guarda con un espressione traducibile in: "e i travestimenti? Le zucche e tutto il resto?" Devo essere più chiara: "Negli anni la festa è cambiata, assomiglia al nostro carnevale...
Continue reading
27 Ott

What’s my name?

I l nome che ti danno quando nasci, bello o brutto che sia, te lo devi tenere. A me non è andata male, eppure lo sbagliano tutti. Strano, perché Enrica Alessi non mi sembra difficile, ma la gente non ce la può fare. Se te lo dico a voce, ci sta che capisci male o non te lo ricordi, quindi nel dubbio: tesoro è perfetto, meraviglia è perfetto, dolcezza pure, ma chiamarmi Erica, Alessia, Ale, Irina ed Elica – se prenoto al giapponese – non va bene. E va pure peggio, quando mi ci chiamano mandandomi una email. Lo vedo lì: scritto nero su bianco e le mie dita pigiano la risposta che poi cancello subito: "Sei cerebroleso? Non lo vedi...
Continue reading
26 Ott

La giornata Apocalypto

crem's blog enrica alessi scrittrice
Q uando credo di avere avuto una brutta giornata, mi consolo pensando ad Apocalypto di Mel Gibson. Mi spiego: nel XVI secolo in un piccolo villaggio Maya dello Yucatán non c'era il phon, non c'era la piastra e neanche un parrucchiere. I negozi non esistevano e per vestirti c'era giusto l'handmade. Victoria's Secret era solo un'idea e il tacco nella foresta era out. Certo è vero che l'aria era più pulita, ma il tasso di criminalità era alto anche allora. Potevi essere al fiume a raccogliere l'acqua, immaginando un'ipotetica pasta asciutta alle radici, e venire assalita da una banda di squilibrati capitanati da Lupo Zero alla conquista del villaggio. Tuo marito - ovviamente - non aveva il posto fisso, e quando si...
Continue reading