Nessuno avrà nulla da obbiettare, se dico che la moda è una forma d’arte… sculture e dipinti vengono, solitamente, esposti nei musei, abiti e accessori, invece, nelle vetrine dei negozi. A volte, però, succede che entrambe le opere si incontrino e finiscano nello stesso posto… e quando succede è quasi una magia! Di vetrine ne ho viste tante, ma mai nella vita, mi era successo di essere conquistata da qualcosa che non si indossa. Come si dice? C’e sempre una prima volta e a farlo sono state le creazioni di Massimiliano Pelletti, un artista di Pietrasanta, giovanissimo, ambizioso e interessante. Solo un nome per contattarlo, per poterlo conoscere, per saperne di più… perché sul ripiano di quel vecchio frigorifero Fiat, c’e un piatto di teschi vicino al resto, come fosse la normalità? Perché nelle teche, dove le boutique espongono i pezzi preziosi, ci sono questi Playmobil immortalati in azioni, apparentemente, incomprensibili? La mia curiosità è stata soddisfatta dallo stesso artista, che ha accettato di incontrarmi e di raccontarmi del suo mondo, di cui, oggi, vi do un piccolo assaggio. Massimiliano inizia la sua carriera come scultore, realizzare calchi in cera, d’estate, può essere rischioso, potrebbero sciogliersi, è quindi necessario trovare un modo per conservarli, per proteggerli dal calore e quale luogo è migliore di un frigorifero? L’esigenza di preservare l’opera diventa, quindi, la normalità, tanto che, la stessa, riesce a mimettizarsi perfettamente con il resto degli alimenti. E’ poi un raggio di sole, una mattina, che entra dalla finestra, mentre l’anta del frigo è aperta, a dare la vera “illuminazione” a Massimiliano, li guarda e dice: “mamma come son belli…” non farne nulla, sarebbe stato uno spreco troppo grande! Come lo sarebbe stato lasciare nella scatola quei Playmobil, che vogliono essere molto di più del gioco formativo per bambini, le pistole, i pugnali, le armi dei personaggi non sono altro che lo specchio del mondo, che gli stessi piccini incontreranno crescendo. Fatti di cronaca, realmente accaduti, sono la fonte d’ispirazione dei suoi “box”. Il mio preferito? “DEL MAIALE NON SI BUTTA VIA NIENTE”. Già, perché il cuore suino è quello che più assomiglia a quello umano, se poi è transgenico, cioè con frammenti di DNA umano, il gioco è fatto. Non basterà questo articolo per raccontarvi il resto, che, però, sarà ad aspettarvi nell’articolo di domani…