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22 Nov

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

Che io possa avere la forza di cambiare quello che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere, sopratutto, l’intelligenza di saperle distinguere – Thomas More” Questo aforisma è una formula magica da recitare ad alta voce per non farti le seghe mentali. Dovevano fartelo studiare a scuola, al posto de L’Aquilone di Leopardi, e invece, visto che a memoria non l’hai mai imparato, meglio scriverlo ovunque, tipo gobbo, per non dimenticare che se qualcosa non va come vuoi non dipende sempre e solo da te. Magari nell’aletta parasole della macchina, vicino alla Viacard e al santino di Padre Pio, quando sei imbottigliato nel traffico e non puoi fare niente per impedire che il tuo capo s’incazzi perché arriverai tardi in ufficio. La colpa non è tua, ma di tutte le persone che si alzano alla tua stessa ora e che devono essere al lavoro al tuo stesso orario. Oppure nella tasca dell’astuccio, quando in classe chiamano il tuo nome per l’interrogazione di storia e non sai una mazza. La colpa non è tua, ma del tempo limitato di una giornata, decidere come spendere equamente piacere e dovere non è poi così semplice. Oppure sulla parete più grande di casa, quando non riesci a organizzare tutti gli impegni e non puoi fare niente per evitare che la cena sia pronta con un’ora di ritardo. La colpa non è tua, ma di tua madre che ti ha messo al mondo con due mani soltanto e quattro cervelli da sincronizzare contemporaneamente. Come screensaver del telefono, è un’altra opzione, quando ti presenti a un colloquio di lavoro, dopo aver ricevuto una proposta interessante, e nel momento in cui se ne parla di persona ti accorgi che è un progetto che ti farà perdere tempo, senza guadagnare un soldo. La colpa non è tua, ma del deficiente che ti ha mandato l’offerta, sorvolando volutamente su tutti gli aspetti che sono a suo vantaggio e a tuo svantaggio. O magari con un tatuaggio sull’avambraccio destro, quando sei appena uscita dal parrucchiere, piove a dirotto, l’ombrello è rimasto in macchina e nel casino che hai nella borsa non riesci manco a trovare le chiavi per aprirla. La colpa, anche in questo caso, non è tua, ma della pioggia che decide di scendere sempre nei momenti più inopportuni. Per non parlare poi di quando sei al telefono e stai guidando, ti ferma la polizia e non sai come negare l’evidenza. La colpa non è tua, ma del negozio di scarpe che ti ha chiamato per avvisarti che quello che stavi aspettando è finalmente arrivato. La colpa deve avere per forza una faccia, una faccia da prendere a sberle quando qualcosa va storto e il fato, per quanto abbia un volto noto che tutti conoscono, non sempre si presta come vorresti e, in mancanza d’altro, la tua è perfetta. Il genio che ha partorito una massima del genere, poteva impegnarsi un po’ di più e stendere un manuale integrativo con cui spiegarti chiaramente come “saperle distinguere” – le cose che puoi cambiare da quelle che non puoi cambiare – invece di lasciarti credere di non essere abbastanza intelligente per capire la differenza. Se una cosa succede perché deve succedere e non puoi fare niente per impedirlo, ma nella tua testa sei convinto del contrario, non colpevolizzarti è alquanto improbabile. Thomas avrebbe dovuto aggungere: “Ehi, prima di impazzire, sappi che le cose che puoi cambiare sono quelle che dipendono solo da te, le altre, invece, dipendono da altro, da fatti, situazioni, persone, calamità naturali e se una cosa deve andare in un modo, qualsiasi cosa tu faccia per cercare di modificare il suo andamento non servirà a niente.” E Murphy con le sue leggi, più concrete e meno smielate, mette fine a quella positività che nella vita vera non incontri proprio tutti i giorni. Se non riesci ad arrivare a destinazione all’orario prestabilito a causa di un traffico inspiegabile e maledetto, c’è un perché: “se qualcosa può andar male, lo farà”. Quando a scuola interrogano te sulla prima guerra mondiale che non hai studiato niente, invece di sorteggiare il più secchione della classe, c’è un perché: “la fortuna ride agli audaci ma sicuramente non a te”. Quando fai i salti mortali, tentando di rispettare la tabella di marcia che hai programmato, ma proprio non ce la fai, c’è un perché: “sotto pressione, le cose peggiorano”. Quando sei di fronte alla persona che ti sta offrendo un lavoro, ma qualcosa non ti torna, c’è un perché: “le proposte sono sempre capite dagli altri in maniera diversa da come le concepisce chi le fa”. Se ti serve una piega ai capelli per un’occasione importante e quel giorno è prevista pioggia, non dimenticare che “non può piovere per sempre, ma è molto probabile che quando smetterà di piovere venga a grandinare”. Quando stai guidando e telefonando contemporaneamente e ti fermano a un posto di blocco, interrompendo la tua conversazione sul più bello, mentre stai ricevendo una buona notizia, c’è un perché: “se le cose sembrano andar meglio, c’è qualcosa di cui non stai tenendo conto”. E nonostante l’imprevisto, la sorpresa, la sfiga e l’impotenza nel gestire certe situazioni, c’è anche altro su cui puoi fare affidamento, per esempio l’esperienza: “tutti sanno che un determinato evento si sarebbe verificato, solo quando esso si è già verificato”. La consapevolezza:quando il modo migliore ti sta davanti agli occhi, specialmente per lunghi periodi, non lo vedi”. La volontà:la probabilità di raggiungimento di un determinato risultato è direttamente proporzionale al livello di autoconvinzione mentale”. E la speranza: “non credere ai miracoli, contaci ciecamente”.

May have the courage to change what can be changed, the serenity to accept what cannot be changed and the wisdom to know one from the other – Thomas More”. This quote is a magic formula to repeat again and again in order to stop you from useless  ratty moods. We should have learnt it at school instead of learning Leopardi’s poems, but as we have never learnt it by heart, it’s now time to write it everywhere not to forget that is things sometimes go wrong it’s not always your fault. Perhaps, in the sun visor of your car, next to your Viacard and the image of Father Pio, when you’re stuck in the traffic and you can’t do nothing to avoid your boss telling you off as you’re late for work. It’s not your fault but that of all the people who get up at the same time and must go to work at the same hour. Or else in your pencil case when at school you’re called for a test and you haven’t studied. It’s not your fault but that of days that are too short and it’s not easy to decide how to spend time in a profitable way. Or on the largest wall at home, when you’re not able to fit all your appointments in and you can’t avoid being late to cook dinner. It’s not your fault but that of your mum who created you with two hands only and four brains to get synchronized. The screensaver of your phone is another option, when you are at a job interview and you realise it’s a time and money losing project. It’s not your fault but that of the idiot who offered you the job, deliberately avoiding to mention his pros and your cons. Or else a tattoo on your right arm when you’re just out of your hair-stylist and it’s pouring rain and you left your umbrella in the car and you can’t find the keys in your messy bag. It’s not your fault but that of rain which always happens to be at the wrong time. Not to mention moment when you’re on the phone while driving and the police stops you and you don’t know what to do. It’s not your fault but that of the shoes hop that called you to inform you that the shoes your had ordered have finally arrived. Fault must have a face, a face to slap when things go wrong and the fate, even if with a clear and recognisable face is not always there so your own face seems the only one available to slap. The genius who wrote such a quote could have been more focused and draft an integrative booklet explaining  “how to know”- things you can and cannot change-  instead of leaving you in the doubt of not being intelligent enough to understand. If something happens because it must happen and you can’t do nothing to avoid it but you’re convinced of the contrary, you always blame on yourself. Thomas should have added: “Hey, before getting crazy, you have to know that things you can change are those which depend on you, other things, on the contrary, depend on events, situations, people, natural catastrophes and there’s nothing you can do to change the course of events”. And Murhpy, with his laws, more concrete and less delicate, puts an end to that positive thinking that you do not always encounter in everyday life. If you can’t reach a destination in time due to an unexplainable and terrible traffic, this is why: “if something can go wrong, it will”. When at school you’re asked about the first world war and you don’t even know when it started and the teacher picked your name and not that of the sap of the class, this is why: “fortune smiles on the brave but not on you”. When you do your very best to fit in all the things you have to do but you can’t meet the deadline, this is why: under pressure, things get worse. When you’re facing someone offering you a job but there’s something wrong in it, this is why: “offers are understood by the person who created them and by the others in a totally different way”. When you’re perfect hairstyle for a special occasion lasts less than a cat on the motorway, this is why: it can’t rain forever, probably after the rain it will hail”. When you’re phoning while driving and the police stop you and interrupt you pleasant conversation while you’re receiving good news, this is why: “if things seem to be going better there’s something we’re not taking into consideration”And despite the unforeseen event, the surprise, the bad luck and helplessness in managing certain situations, you have still your experience with you: “everybody know that something would have happend the moment when it has already happened”. Your awareness: “when the best way to do something is there just before our eyes, especially for long time, we are not able to see it”. Your determination: “the probability to reach a goal is directly proportional to your level of self-confidence”And your hope: “don’t believe in miracles, just trust them blindly”.

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

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Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

Don’t believe in miracles, simply trust them

 

Dress: BLUMARINE

Bag: PAULA CADEMARTORI

Shoes: CHRISTIAN LOUBOUTIN

Sunglasses: RETROSUPERFUTURE

Leather Jacket: FENDI

 

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