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12 Ago

Ferie d’agosto — e non è il film con Sabrina Ferilli

storie di ordinaria follia enrica alessi
storie di ordinaria follia enrica alessi
 
M
anco da Cesenatico da otto anni, due mesi, cinque giorni e questa mattina.

Venivo qui in vacanza con i miei genitori e i miei quindici anni, poi ci sono tornata con Giaco e ancora con le bimbe. Cesenatico è magica: è stata la chicca della mia adolescenza. Tutto ciò che a casa era complicato, lì si semplificava — a parte dormire. Alloggiavamo in una pensione a una stella e io e mio fratello dividevamo la stanza con i miei. Una camera senza aria condizionata di tre metri per due e mezzo, con bagno, balcone, un letto matrimoniale e uno a castello. Io dormivo in basso, mio fratello era stato più veloce.

A me era toccato il posto peggiore: quello in linea d’aria più vicino a mio padre, che russa come una bestia. Tutte le albe che hanno visto i miei occhi sono state da quel balcone, dove cercavo di addormentarmi con il walkman nelle orecchie ascoltando: ‘Dimmi come mai, ma chi sarai per fare questo a me?” — Notti intere ad aspettare che mio padre smettesse di russare. Recuperavo di giorno, cadendo in coma sotto il sole cocente d’agosto. E nonostante quel piccolo, tragico episodio in cui presi un’insolazione rischiando di finire al Pronto Soccorso, i ricordi di quegli anni mi fanno ancora sorridere: tutto ciò che a casa era complicato, lì si semplificava. Se nella scuola che frequentavo ero la ragazzina goffa con i polpacci giganti, qui ero solo quella di Sassuolo che pronuncia in modo buffo la esse e la zeta. Tanti ragazzi, nessun pregiudizio. A Cesenatico avevo trovato Vinicio, colui che sarebbe diventato il mio migliore amico per un po’. Le relazioni a distanza valgono anche per l’amicizia: ci telefonavano spesso, ogni tanto veniva a trovarmi e anche io andavo da lui e rivedevo la città in cui, allora, avrei tanto desiderato vivere. Sono passati anni, siamo cresciuti e ci siamo persi di vista. Con Marcello è successa la stessa cosa: l’unica relazione a distanza vera e propria della mia vita. È stato un casino, però ci siamo voluti bene. So che si è sposato, ma non sono stata invitata al matrimonio. Lui invece è venuto al mio — insieme a Nelson, il suo migliore amico, che sento a Natale per fare gli auguri.

Da qualche parte, nella mia mente, la compagnia del mare è così come l’ho lasciata. Nei miei ricordi, siamo gli stessi di allora: giovani, con la testa piena di sogni e un coprifuoco da rispettare.

Invece il tempo passa per tutti e adesso sono io a dire a Emma a che ora rientrare la sera. Ma sto tornando a Cesenatico e, anche se siamo invecchiati, ho voglia di rivedere i miei amici.

Sebbene Zuckerberg abbia inventato Facebook e sia riuscita a contattarne due su tre, la missione REVIVAL è fallita miseramente: non siamo riusciti a rivederci. Forse ci sono momenti della vita destinati a rimanere ancorati a un passato che non può essere violato dal presente. Momenti intoccabili che vanno lasciati dove stanno. In tal caso vorrà dire che mi concederò una dose extra di malinconia e una di gelato al Nuovo Fiore. Lui c’è sempre, come il proprietario, Lele, che mi ha vista crescere e che non hai mai tolto dal menu la mia coppa preferita: Delizia, classe 1991.

Illustrazione: Valeria Terranova