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4 Set

Fine di una storia — e non è il film con Julianne Moore

storie di ordinaria follia

storie di ordinaria follia

 

 

 

P

er quest’anno pensavo di avere già dato. Un mese fa ero su un’ambulanza di Positano, con mia figlia che implorava l’anestesia per chiudere un taglio alla caviglia: è stato come vivere una scena di ‘Nato il 4 luglio’. Invece mi sbagliavo, mi è pure venuta la disidrosi. Ho delle vesciche pruriginose su mani e piedi che sono spuntate così, senza avvertirmi. Ho scoperto di preciso cos’è, su Google, quando la malattia ha manifestato i suoi effetti: nel momento in cui mi sono accorta che il mio alluce non le sarebbe bastato e voleva prendersi tutto il piede.

Prima il sinistro, poi il destro, ora pure i palmi delle mani: mi prudono da morire. Anche di notte. Ho controllato, ma la cause sono ancora sconosciute. Qualcuno dice che possa essere provocata da un’intolleranza alimentare — ma la escluderei: mangio sempre le stesse cose — altri dicono esposizioni ai metalli — forse anche il cross fit ha i suoi effetti collaterali? — oppure c’è chi dice possa essere lo stress. Del resto, quando una vera causa non esiste, lo stress è sempre tirato in ballo: è un prezzemolino. L’unica notizia certa è che la disidrosi dura dalle tre alle quattro settimane, ma io, che in materia di s***a ho sempre il massimo dei voti, ce l’ho da un mese e mezzo. Pazienza, passerà. Nel frattempo, rifletterò su ciò che ha detto la mia amica Daniela:

“Enri, deve essere senz’altro stress. Ho letto che la disidrosi può essere causata dall’ansia che colpisce chi ha la voglia di fare, di correre…”

Vedi? A cosa serve un medico, quando la Dani ha sempre la soluzione per tutto? Chissà come fa. E comunque, se è davvero lo stress il colpevole e se la causa è la voglia di fare, mi sento meglio. Ora però sarà meglio che vada a grattarmi: non resisto.

Illustrazione: Valeria Terranova