Ho un appuntamento con l’ufficio stampa di un noto marchio di moda e sono in ritardo. Ci ho messo tutta la mattina per decidere cosa mettermi. Verrò squadrata dalla testa ai piedi e poi giudicata, ancora prima di aprire bocca, e la cosa, malgrado la mia buona dose di autostima, mi mette un po’ a disagio. Arrivo vicino ai loro uffici, ma non c’è un buco per parcheggiare e, come se non fossi già abbastanza in ritardo, mi tocca pure lasciare la macchina a un chilometro dalla destinazione. Bella idea che ho avuto stamattina: mettere dei tacchi fotonici, ecco, se avessi avuto anche quella di prendere un paio di ballerine di riserva da infilarmi nella borsa, forse, ora, non mi troverei a maledire me stessa e le scarpe che indosso che mi stanno massacrando i piedi. Accelero il passo – vedo i sorci verdi – giro l’angolo e mi accorgo che un ragazzo sui vent’anni, vestito di nero con cappuccio in testa e oggetto contundente in mano, mi sta guardando. E se mi rapina? Il cuore mi batte all’impazzata. Ah, non essere sciocca! Mi dico. In borsa non ho niente, nello sforzo di farci stare l’essenziale, mi sono privata della gioia del superfluo e, tutto sommato, forse è meglio, mica può ammazzarmi per soli 20 euro. Mi guarda con un sorrisetto sarcastico e dice: ma come cavolo fai a camminare con quella roba ai piedi? E dove vai vestita così? Non vedi dove siamo? Mi guardo attorno – non è che ha tutti i torti – una strada di cemento e ghiaia che collega la zona industriale al centro della città. Mi rimetto a pensare all’aggressione: Ci manca solo che mi dia una botta in testa con quel coso che ha in mano e il mio outfit da combattimento non sarà servito a niente. Ma, guardando con più attenzione, è solo una bomboletta spray che si usa per i murales. Dietro di lui, il muro è colorato, forse il suono dei miei passi ha interrotto la sua concentrazione. Cosa stai facendo? Gli chiedo. Coloro il grigiume. Risponde lui. Lo guardo e sorrido. Bene, tu lo fai a modo tuo e io a modo mio. Ribatto io. Mi guarda sorpreso e sorride anche lui. -Adesso siamo pari! – E mentre l’artista incappucciato torna a completare la sua opera, io mi sorprendo a pensare che, forse oggi, il giudizio più severo sul mio aspetto, l’ho appena superato a pieni voti.
I have a meeting with the press office manager of a famous fashion brand and I’m late. It took me all morning to decide what to wear. I will be looked at from head to toes and then judged even before talking and this, despite my right amount of self-esteem, doesn’t make me feel exactly at ease. I get close to the office building but there’s no place to park and to make my delay even worse I leave the car a kilometer away. What an idea I had this morning: wearing sky-high heels, well, if I also had the idea to have a pair of ballerinas in my bag, I wouldn’t find myself in this situation with high-heels on that are literally destroying my poor feet. I try and speed up my pace – the pain is almost unbearable – I get round the corner and I notice a guy in his twenties, dressed in black with a hood and a blunt object in his hands, he is looking at me. What if he pickpockets me? My heart is beating. Well, don’t be silly! I say to myself. I don’t have anything in my bag, in a trial to make room for the essentials I got rid of the surplus and all considered, that was a good idea, he can’t kill me for 20 Euros only. He looks at me with a sarcastic smile and says: How can you walk with those things on your feet? And where are you going dressed like that? Can’t you see where we are? I look around – he’s not totally wrong – a road of gravel and cement that connects the industrial area to the town centre. The thought of a possible aggression torments me: if he hits me with that object he has in his hands and my fighting gear would have served nothing. But, paying more attention I realise he just holds a spary for graffiti. Behind him the wall is tinged with colour, perhaps the sound of my pace interrupted his creative genius. What are you doing? I ask him. I’m colouring the grey. He answers. I look at him and smile. Well, you do it your way, I do it mine. I say. He smiles at me too. – Now we’re even!- And while the artist in a hoodie continues his work and think that maybe today, I’ve just passed the most severe exam on my look in flying colours.
Skirt: ESSENTIEL
Sweater: ROCHAS
Belt: JIL SANDER
Hat: ELDORADO
Sandals: JIMMY CHOO
Eyewear: GUCCI
Bag: VALENTINO