“La moda è sempre scomoda. Se ti senti comoda vuol dire che non hai un vero look!” Dice la terza regola di “YOU NEED A FASHION SHOWER” di Anna dello Russo e come darle torto?!? Come assemblare una mise da effetto senza mettere in conto una piccola dose di dolore fisico?“ Se bella vuoi apparire un po’ devi soffrire”. Tortura numero 1: LA CERETTA. La donna che si cura, prima di tutto, dichiara guerra al pelo, lo combatte, lo strappa, lo annienta, ovunque esso si trovi: davanti, dietro, sopra, sotto, di fianco e una volta sconfitto, anche solo per un mese, si sente finalmente “in ordine”, è pronta a fare sul serio, ad affrontare la tortura numero 2 : DECIDERE COSA INDOSSARE. Puoi avere un armadio pieno zeppo e non trovare niente da metterti… Dio avrebbe dovuto chiedere a Mosè di aggiungere un comma al nono comandamento: “Non dire che non hai nulla da indossare perché è la prima forma di falsa testimonianza!” Mettere insieme qualcosa di azzeccato sembra facile, ma non lo è. Una dura prova che può diventare tragedia quando si ha poco tempo a disposizione. Il numero di accessori che completano un outfit è direttamente proporzionale alla probabilità di fare colpo e a quella di maledire ogni singolo pezzo che hai scelto per curare tutto nei minimi dettagli, tutto ciò che, insomma, rientra nella categoria chiamata tortura numero 3: L’ACCESSIORARSI COME UNA MADONNA DI CAPODIMONTE utilizzando: tacchi vertiginosi, amuleti, guanti, cappelli e borse piccolissime in cui tenti disperatamente di far entrare almeno l’indispensabile. La tortura numero 4 consiste nel RESISTERE a tenere addosso tutto ciò che hai messo insieme per più tempo possibile e di farlo cercando di nascondere ogni piccolo segno di fastidio, causato dai tacchi troppo alti, dagli orecchini troppo pesanti, dalla spilla dell’acconciatura che piano piano ti sta perforando il cranio. Le cose si complicano ulteriormente con la tortura numero 5: MOSTRARE SEMPRE GRANDE DISINVOLTURA, anche quando, dopo essere passata dalla toilette e aver fatto inventario, revisione e check-up a te stessa, suona il telefono che hai incastrato a mo’ di Tetris nella borsa e sai di non poter estrarlo. L’unica cosa che ti resta da fare è ignorarlo con eleganza e, nell’eventualità in cui qualcuno ti faccia notare che è il tuo a squillare, negare spudoratamente l’evidenza. Ma tieni duro, la serata è agli sgoccioli, tra poco sarà tutto finito, una volta arrivata a casa, potrai “smontarti” piano piano… Il tuo look è piaciuto e una grande vittoria si cela dietro queste grandi sofferenze, tutto sommato non potrai far altro che ammettere che ne è valsa la pena! Si sa, “se bella vuoi apparire un po’ devi soffrire”… Tortura numero 1: la ceretta. La donna che si cura, prima di tutto, dichiara guerra al pelo, lo combatte, lo strappa, lo annienta ovunque esso si trovi: davanti, dietro, sopra, sotto, di fianco e una volta sconfitto, anche solo per un mese, si sente finalmente “in ordine”, è pronta a fare sul serio, ad affrontare la tortura numero 2 : decidere cosa indossare. Puoi avere un armadio pieno zeppo e non trovare nulla da mettere… Dio avrebbe dovuto chiedere a Mosè di aggiungere un comma al nono comandamento: “Non dire che non hai nulla da indossare perché è la prima forma di falsa testimonianza!” Mettere insieme qualcosa di azzeccato sembra facile, ma non lo è. Una dura prova che può diventare tragedia quando si ha poco tempo a disposizione. Il numero di accessori che completano un outfit è direttamente proporzionale alla probabilità di fare colpo e a quella di maledire ogni singolo pezzo che hai scelto per curare tutto nei minimi dettagli, tutto ciò che, insomma, rientra nella categoria chiamata tortura numero 3: tacchi vertiginosi, amuleti, guanti, cappelli e borse piccolissime in cui tenti disperatamente di far entrare almeno l’indispensabile. La tortura numero 4 consiste nel tenere addosso il più possibile tutto quello che hai messo insieme e di farlo con grande disinvoltura, cercando di nascondere ogni piccolo segno di fastidio causato dai tacchi troppo alti, dagli orecchini troppo pesanti, dalla spilla dell’acconciatura che piano piano ti sta perforando il cranio. Le cose si complicano ulteriormente con la tortura numero 5, cioè quando, dopo essere passata dalla toilette e aver fatto inventario, revisione e check-up a te stessa, suona il telefono, che hai incastrato a mo’ di Tetris dentro la borsa, e sai di non poter estrarlo. L’unica cosa che ti resta da fare è: ignorarlo con eleganza e, nell’eventualità in cui qualcuno ti faccia notare che è il tuo a squillare, negare spudoratamente l’evidenza. La serata sta finendo, la liberazione è vicina, gli americani stanno arrivando e tra poco, una volta arrivata a casa, potrai “smontarti” piano piano… Il tuo look è piaciuto e una grande vittoria si cela dietro queste grandi sofferenze, tutto sommato ne è valsa la pena! Quello che vedete oggi non può nemmeno definirsi look, ma in quanto a comodità la dice lunga ;-)!
“Fashion is always uncomfortable. If you feel comfortable you never get the look!” That’s how the third rule of “YOU NEED A FASHION SHOWER” by Anna dello Russo goes and would you say she’s wrong?!? There is no way you can put an impressive outfit together without taking into account a small amount of pain? You know, “you have to suffer to be beautiful”… torture number 1: waxing. The woman who takes care of herself, first of all, declares war on hair, fights against it, plucks it off, wipes it off From anywhere it grows: from the front, to the back, in-on-under, sideways… And once rooted out, even for just one month she is finally “neat”, ready to play it for real, and ready to face torture number 2: just about… what to wear?! You may have a wardrobe full of clothes and still not be able to find anything suitable… God would have called Moses and would have asked him to add a paragraph under the ninth commandment: “not ever say you have nothing to wear since that would be “a first” false witness!” To put something impressive together may look simple, but it ain’t. Actually a hard trial that can turn into a tragedy, when there’s little time available. The number of accessories completing an outfit is directly proportional to the probability of making an impression and to the probability of swearing to each single piece chosen while looking into the slightest detail, well, all the above mentioned is part of the category called torture number 3: staggering high heels, amulets, gloves, hats and really tiny handbags where you desperately try to stick in the essential… and torture number 4 consisting in trying to wear as much as you can of what you have put together and do it naturally, using your best endeavors in trying to hide any sign of discomfort caused by the too high pumps, by the earrings far too heavy, by the pin stuck in your hairdo slowly piercing through your skull. Things get even worse though with torture number 5, that is, when, after having done with your toilette, having taken the full inventory, gone through the overhauling and check-up of yourself your cell phone starts ringing, the very one you have just finished fitting into place like a game of Tetris inside your bag, and you know you can’t take it out. The only thing left to do is: elegantly ignore it and, in case somebody points out it is really your phone that’s ringing, refuse to acknowledge the truth. The night is finally coming to an end, freedom is drawing near, the UN forces are coming And in a short while, once home, you will slowly “strip down” … Your look was impressive and a great victory is hidden behind so much pain, after all it was worth the while! This is definitely not an outfit you are looking at today, but as for comfort… it says it all ;-)!
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Body: FAUSTO PUGLISI
Denim Shirt: DEP5
Jacket: STELLA MCCARTNEY
Pants: BABBU
Shoes: LEATHER CROWN
Sunglasses: DSQUARED