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12 Mar

L’arte di insistere

ENRICA ALESSI SCRITTRICE

Q

uando ero piccola e volevo qualcosa chiedevo. Se mi veniva detto di no insistevo. Più mi si diceva di non insistere, più io insistevo. Non importava cosa fosse, ma se dicevo di volerla, sarei riuscita ad averla, a costo di rompere la palle al punto tale che la persona in questione avrebbe ceduto per sfinimento – e la mia tattica funzionava. La mia tattica era così ben collaudata da potersi definire arte – e sai perché? Perché falliva soltanto in un caso: quando la cosa in questione non mi interessava davvero. Era il mio modo di insistere a dirmi se era qualcosa per cui valesse la pena combattere e, se potevo farne a meno, non sprecavo energie. Quando Baby Sbrodolina smise di essere una delle mie ossessioni, capii che ero cresciuta, ero diventata un’adolescente e ad attendermi c’era il mondo degli adulti. Cosa volevano i grandi? Chiedevano anche loro quello che desideravano? E se veniva risposto loro di no, insistevano? Come funzionava? Sono finita nel mondo degli adulti prima di quanto potessi immaginare e ho capito che, anche qui, quando vuoi davvero qualcosa, la cosa migliore da fare è insistere. I grandi non vedono le cose diversamente dai piccoli, è solo che danno loro nomi differenti: i grandi chiamano ambizione la voglia di insistere dei bambini, ma non ambiscono a qualcosa di materiale: un risultato che spesso non si vede, non si sente, non si tocca, e più sembra irraggiungibile, più vale la pena insistere. Non ci vuole solo la tattica, serve anche la forza di combattere per ciò in cui credi. E solo l’arte dell’insistenza può renderti così forte. La bambina insistente di ieri – e quel mio approccio artistico precoce – mi hanno reso la donna ambiziosa di oggi e anche se è passato tanto tempo da allora, so che quell’arte che ho imparato mi porterà dove voglio, a costo di rompere le palle al punto tale che chi dovrà cedere,   cederà per sfinimento. La mia tattica è così ben collaudata che funzionava allora e funziona tutt’oggi.

Dedicato a P.C.

The art of insisting – As a child if wanted something I would ask. If the answer was no, I would insist. The more they told me not to insist, the more I would insist. No matter what I wanted I just wanted it and I would obtain it regardless. I would hassle everyone to the point that they’d give up exhausted by my winning strategy. It was such a proven strategy that it became an art and do you know why? Because it failed in one case only: when I was not really interested in the thing. It was my way of insisting that told me it was something worth the battle and if otherwise I could go without, there was no point in wasting my energies. When Baby Dribbies stopped being one an obsession of mine, I suddenly realized I had become a grown up teenager and that a world full of adults was waiting for me. What did adults want from me? Would they ask for what they wanted too? And what if the answer was no, would they keep insisting? How did it work? I’ve landed in adulthood sooner than expected and I’ve realized that, here too, when you really want something the best thing to do is to insist. Adults see things the same way kids do, they just call them different names: they call ambition the kid’s will power to insist, but they rarely aim at something material. Quite often the more you can’t see, you can’t feel, you can’t touch a result, the more it seems unreachable, the more it becomes worth of insistence. Strategy is no longer enough, you need the power to fight for what you believe in. And only the art of insisting can give you that power. The insisting girl of yesterday – and my early artistic approach – made me the ambition woman I am today and if time has passed since, I know that the art I have learnt upon a time will take me wherever I want, even if that meant hassling people, to the point of having them give up for exhaustion.
My strategy is such a proven strategy that it works to today.

Dedicated to P.C.

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