Hai presente quando sei fuori casa, vai a dormire affamata e non vedi l’ora che sia mattina per fare colazione? T’infili nel letto e lasci addirittura le finestre aperte perché vuoi che sia la luce dell’alba a svegliarti per darti il segnale: “Ehi ragazza, sveglia! È giunta l’ora di correre di sotto!” Ti precipiti nella sala della colazione, davanti a te c’è un buffet gigantesco, imbandisci il tavolo che ti hanno assegnato con ogni ben di Dio, ordini qualcosa di caldo e cominci a mangiare. Quella fame che la sera prima non ti lasciava chiudere occhio, pare sia svanita nel nulla, hai sopravvalutato la capienza del tuo stomaco e gran parte di ciò che avevi deciso di papparti resta lì, nel piatto che avevi preparato. Ti sei saziata con un terzo della porzione, con le cose che mangi di solito e nell’attesa che ti portino il caffè, ti guardi intorno, controlli il telefono per vedere se ti è sfuggito qualche messaggio, se è arrivata una email importante, ma il caffè ancora non c’è. Ad attirare la tua attenzione è quel piatto quasi pieno che fino a qualche minuto fa non ti interessava affatto e, quasi per noia, ricominci a mangiare, accontentandoti di ciò che è rimasto e che in un primo step avevi scartato preferendo altro. Assaggi qualcosa di diverso e scopri che non è male. Ti saresti già alzata da quella sedia se quel caffè che stai spettando ti fosse già stato servito e infatti smetti di mangiucchiare quando arriva quella benedetta tazza fumante. E mi chiedo: con i rapporti interpersonali vale la stessa regola? Se potessimo servirci da soli, sceglieremmo sempre le persone che reputiamo possano essere le migliori? O riempiamo il piatto con tutto quello che ci capita, solo perché non sappiamo cosa vogliamo? E ancora: è mentre siamo costretti ad aspettare che valutiamo potrebbe esserci anche altro? Forse le persone con cui fai colazione, a differenza delle cose, non sempre si scelgono e spesso sono quelle che mai avremmo pensato d’incontrare. Arrivano e basta e scopriamo come sono fatte solo per semplici coincidenze. La vita è davvero come un buffet, ci sono cose che non mancano mai, quelle a cui siamo abituati: pane, burro, marmellata, ma a volte lo chef vuole sorprenderci perché è particolarmente ispirato e ci offre la specialità del giorno che non sapevamo neppure che esistesse. E forse, se quel caffè non fosse arrivato in ritardo, non avremmo mai scoperto il suo sapore che, al contrario di ogni aspettativa, ci soddisfa parecchio.
Do you know those times when you’re not at home, you fall asleep hungry and you’re looking forward to the morning to come to have a big breakfast? You go straight to bed and leave the window panes waiting for the dawn to stir you and give you the wake-up call saying “Hey there! it’s time to get up and run downstairs!” You burst into the breakfast room and find a large buffet, you set your table with all possible delights, order a hot drink and start to feast. That hunger the night before didn’t allow you to grab a wink of sleep, has disappeared, you have over-estimated your hunger and most of the food you thought you could eat, is left behind. You feel satisfied by a third of the portion, content with your usual breakfast and while waiting for your coffee, you look around, check your mobile to see if you missed any messages or important emails, but the coffee is still missing. Your attention is drawn to the almost full plate that, up to a few minutes ago you didn’t have the slightest interest in, and, through boredom, you start to eat again, happy with the previous leftovers. You taste it and discover it’s not too bad. You would have already moved from the chair if that coffee you were waiting for had come and you stop chewing when finally that blessed coffee arrives. And I ask myself: do personal relationships work the same way? If we could help ourselves, would we always choose the best people? Or would we fill our plate with whatsoever only because we don’t know what we really want? And again: is it the moment when we’re waiting for something that we start to think there could be something else? Maybe, unlike food, you cannot always choose the people to have breakfast with and often they are never the people you though you would meet. They simply arrive and we find out what they’re like just by coincidence. Life is a buffet, some things never miss, the things we are used to: bread, butter and jam but sometimes the chef wants to surprise us as he’s particularly inspired, and offers us the special of the day we couldn’t even imagine. And maybe, if that coffee had not arrived late, we would have never tasted that special dish which, unexpectedly, is delicious.
Caban: ANTONIO MARRAS
Skirt: ROCHAS
Shirt: DIANE FURSTENBERG
Bag: JEAN PAUL GAULTIER JUNIOR
Sunglasses: PRADA
Boots: GIUSEPPE ZANOTTI