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4 Apr

A tasty chat with Dan Caten

INTERVISTA DSQUARED 2014

Il giorno che ha anticipato quello della sfilata di DSQUARED², Matteo, io e il nostro amico Maxim di Fashiontomax per GLAMOUR RUSSIA, abbiamo avuto il piacere di entrare dietro le quinte e scoprire in anteprima la collezione autunno inverno 2014/2015. Ma non è tutto, Dan Caten, insieme a parte del suo staff, ci ha invitato a pranzo per concederci un’intervista. Un’esperienza unica che ci ha permesso di conoscere uno dei personaggi più importanti della moda internazionale. A voi la nostra piacevole chiacchierata.

Partiamo dall’inizio, come è iniziata la vostra passione per la moda? Abbiamo sempre amato la moda. Crescendo ci siamo accorti di essere diversi dai nostri amici, dai nostri compagni di scuola proprio perché eravamo legati a questa passione, alla moda, era un mondo con il quale eravamo perfettamente connessi. Quando avevamo 12 anni abbiamo visto una modella in metropolitana e siamo andati da lei per parlarle. Era stupenda. E siamo andati anche in centro a casa sua a trovarla. È stata lei che ha cercato di introdurci in questo mondo e noi eravamo poco più che bambini. Ma già allora sapevamo che quella era  la nostra strada e che ce l’avremmo fatta. Da quel momento in poi è stata solo una questione di capire come fare a diventare dei veri designers perché sembra quasi non essere un mestiere reale. Verso i 18 anni siamo andati a New York per frequentare una scuola estiva di moda. Ricordo che il primo giorno la direttrice ha detto: “Se non mangiate, bevete e dormite moda, allora fareste meglio ad andarvene”. Noi ci siamo guardati e abbiamo detto: “siamo noi, è il nostro mondo!”. Quando vi siete trasferiti a Milano? Dopo l’esperienza a New York siamo tornati a casa, in Canada. Avevamo 19 anni e pochi soldi quindi abbiamo iniziato a lavorare come camerieri prima di riuscire ad avere un lavoro per una azienda di moda canadese. Abbiamo iniziato dal nulla e nel giro di 6 anni siamo diventati capo-designers dell’azienda. Il proprietario ha poi deciso di vendere l’azienda e noi ci siamo detti:”Abbiamo 26 anni, ormai abbiamo fatto tutto quello che potevamo in Canada, proviamo a fare qualcos’altro, trasferiamoci in Europa” e così siamo arrivati in Italia. Non è stato facile all’inizio, ci sono voluti tre anni e una serie infinita di diversi lavori che ci hanno fatto perdere un po’ il focus di quello che eravamo veramente, vale a dire fashion designers e poi, verso i 30 anni, abbiamo deciso di ritornare alla nostra passione ed eccoci qui. Qual è la vostra città preferita nel mondo? Beh, veramente noi siamo dei viaggiatori quindi non c’è una città preferita in particolare. Amiamo viaggiare e scoprire tanti luoghi differenti. Posso dire che amo Tokyo, Parigi e Rio. Ogni città ha il suo lifestyle, la sua atmosfera, non posso sceglierne una, la verità è che amo viaggiare. Ma se dovessi menzionarne una, direi Rio, perché la maggior parte dei viaggi che facciamo sono viaggi di lavoro, mentre Rio è una città rilassante, è sinonimo di vacanze e di energia pura. Uno dei vostri primissimi successi è arrivato quando avete creato gli abiti di Madonna per il video “Don’t tell me”, come ha cambiato la vostra vita questo evento? È stato il nostro sigillo di approvazione. Quando Madonna ci ha contattati perché aveva visto nella nostra collezione qualcosa che le piaceva, nessuno ci conosceva ancora e da quel momento tutti si sono svegliati. Lei ha detto: “sono bravi, sono cool”  e alla nostra sfilata successiva avevamo decine e decine di telecamere puntate su di noi. La differenza era visibile. Ma lei è così, è una leader ed è bravissima a scoprire nuovi talenti. Sin dall’inizio, avete lavorato con top models come Naomi Campbell, Eva, Karolina Kurkova, come avete fatto ad averle? Siamo ragazzi fortunati 😉 è successo che abbiamo deciso di fare uscire nove outfits da donna durante una nostra sfilata uomo, lo abbiamo fatto per testare il mercato, pensando che se avesse funzionato, la stagione successiva avremmo presentato una collezione completa da donna. Abbiamo usato Naomi per la campagna pubblicitaria. È stata fantastica e le abbiamo anche chiesto se avesse potuto aprire lei la sfilata. Al momento non avevamo molto denaro, ma a Naomi non interessava perché aveva voglia di supportare una giovane energia creativa quindi ha detto: “Non è un problema ragazzi, datemi un paio di jeans come compenso”. Poi è arrivato il giorno dei casting e le ragazze continuavano ad arrivare senza sosta. Grazie alla “carità” di Naomi abbiamo avuto tutte le altre ragazze. Quella sfilata è stata davvero incredibile, rimarrà nella storia anche perché c’era davvero un’atmosfera di festa, alle ragazze piacevano davvero le nostre creazioni. Non era una questione di cachet ma di supportare una nuova idea di moda. E quali sono state le maggiori difficoltà all’inizio? Senza dubbio le  molte persone che non sono state carine con noi. Noi avevamo le migliori top models e il mondo della moda non si era ancora accorto di noi. Quando hanno capito, molte persone ci hanno osteggiato, addirittura alcune agenzie e designers sono stati molto cattivi con le ragazze perché lavorano per noi con compensi più bassi. Le ragazze ci chiamavano in lacrime dicendo che avrebbero voluto lavorare con noi ma la loro agenzia non glielo permetteva. Ma lo abbiamo superato e tutto sommato è stato un modo di partire alla grande. Come vi comportate con le celebrities che vorreste indossassero i vostri capi? La verità è che non ci piace affatto inseguire le celebrities. È più qualcosa del tipo che se vedono qualcosa di nostro che amano, allora ci contattano e noi cerchiamo di accontentarle. Un po’ come è successo con Madonna. È un tipo di rapporto più informale. Da dove prendete l’ispirazione per le vostre collezioni? Beh, questa è la parte difficile del mestiere. Possono essere luoghi, cose che ci ispirano. Ma anche colori, un’atmosfera particolare, un film. Si tratta di guardare al mondo con occhi diversi. Negli anni 50 e 60 era molto più difficile: ti trattavano come un folle se eri omosessuale o diverso dalla massa. A quel tempo, le persone non capivano. Un’ironica combinazione del tipo: sei diverso quindi sei pazzo. Quindi, come dicevo, si tratta di avere una visione diversa di quello che ci circonda…e questo non vuole dire essere pazzo ma magari esotico o estremamente attuale, di osservare le persone da un altro punto di vista. Chi è la tipica donna che sceglie Dsquared? Ci sono almeno tre o quattro aggettivi per descriverla, deve essere sexy, avere personalità essere sicura di se stessa e forte. Ecco penso debba avere queste caratteristiche, non deve essere una “follower”, non una di quelle che dice: “non lo faccio a meno che non lo facciano anche gli altri”, deve poter dire la sua, esprimere se stessa completamente. Lavori con Dean da molto tempo, com’è il vostro rapporto e come vi dividete i compiti? Praticamente facciamo tutto insieme, viviamo insieme, facciamo jogging insieme, andiamo in vacanza insieme, tutto insomma. Quando siamo molto impegnati e abbiamo tante cose da fare contemporaneamente ci dividiamo un po’ i compiti. Magari lui inizia qualcosa e io qualcos’altro, magari lui si occupa dei fitting uomo e io dei fitting donna ma poi, alla fine della giornata, mettiamo insieme i pezzi del nostro lavoro. Non è una cosa del tipo che lui si occupa di una cosa e io di un’altra ma è sempre un lavoro di squadra…ci sono così tante collezione, tante cose da fare, a volte sembra che solo noi due non siamo abbastanza e che dovremmo dividerci davvero i compiti ma poi alla fine diciamo: “no, se lavoriamo separati non funziona, ce la facciamo solo insieme.” Litigate a volte? Beh sì, a volte capita..ma vedi è una cosa buona, se litighiamo su qualcosa significa che non siamo convinti al 100% e anche che non abbiamo ragione al 100%, c’è una percentuale che manca e invece nel nostro lavoro tutto deve essere al 200% quindi lasciamo perdere e ci c0ncentriamo sugli aspetti sui quali siamo entrambi d’accordo. Puoi dirci qualcosa sulla nuova collezione per il prossimo autunno-inverno? Qual è l’idea principale? È una storia. Noi raccontiamo storie e questa inizia negli anni 60, un’epoca diversa con colori e forme diverse. Lei è una diva di Hollywood che ha un crollo nervoso e viene ricoverata in un istituto. Anche nell’istituto dove tutto è grigio e noioso lei vuole continuare a splendere con i suoi meravigliosi abiti, le piume e le pietre preziose. Magari è ferità, si è rotta il collo, un braccio, una gamba e anche quei dispositivi ortopedici usati per guarire queste ferite solitamente brutti e con elementi metallici risplendono di nuova vita perché lei li adorna con diamanti, gioielli e accessori preziosi….non le importa di nulla, semplicemente non vuole perdere il suo glamour. E poi lei è una sognatrice, vive nel suo piccolo, fantastico mondo, è determinata ed è bellissima. E invece quali sono i must have per la primavera estate? Fammi pensare, che è passato un po’ di tempo dalla creazione della collezione primavera estate…abbiamo creato molti mini abiti da cocktail in colori sgargianti e t-shirt colorate. Anche per l’uomo la collezione è sexy, c’è molto jungle, stampe tropicali, safari..è estate e tutti vorremmo essere su un’isola sotto un albero in mezzo ai fiori, alla sabbia. Cosa pensi dei giovani che si affacciano al mondo della moda, ci sono così tanti brands ora, cosa devono fare per sopravvivere, qual è il tuo consiglio? Lavorare duramente come ho fatto io. inoltre devono essere concentrati, concentrati su un’idea specifica, non devono soltanto creare un brand ma l’immagine del brand e rimanere fedeli ad esso. È tutto così caotico e difficile all’inizio, provi a buttarti di qua e di là, cerchi di seguire un trend o l’altro e non ti concentri su te stesso, su quello che sei davvero. Devi pensare a chi sei, a cosa vuoi comunicare e cercare l’ispirazione in te stesso. Una volta trovata devi continuare su quella strada, per diventare riconoscibile. È anche vero che sono così tante cose da fare nello stesso momento ed è difficile, davvero dura… Pensi che si debba avere anche un pò di fortuna? No, semplicemente rimanere sempre concentrati sulla propria immagine, sul messaggio che si vuole dare. Se vedi Versace riconosci subito che si tratta di Versace, lo stesso con Armani e con tanti altri. Questa è la cosa più difficile…non cercare di sembrare qualcun altro ma trovare se stessi ed esprimere la propria individualità. Per iniziare in questo mondo si deve partire da un’idea personale e ben precisa e continuare a seguirla sempre, fino alla fine. Quali sono i vostri progetti per il futuro? Andare in pensione? No…abbiamo mille idee e mille progetti che non abbiamo ancora realizzato e sui quali vogliamo lavorare. Siamo pieni di impegni e questo ci piace, ci dà la giusta carica. Non, non credo proprio andremo in pensione molto presto, abbiamo ancora troppe cose da fare. So che sei stato in Russia, cosa ne pensi? Mi piace, mi piace la grandezza, tutto è grandissimo, enorme. Sono stato a Mosca ed è stato bello. In più i russi amano molto la moda. La moda sembra davvero un lifestyle in Russia. E cosa ne pensi delle ragazze? Beh, ce ne sono di tutti i tipi, Le donne russe sono molto belle. Molte modelle stupende sono russe. Penso anche che adesso stanno viaggiando di più rispetto al passato ed è una cosa positiva. So che sei stato in Russia, cosa ne pensi? Mi piace, mi piace la grandezza, tutto è grandissimo, enorme. Sono stato a Mosca ed è stato bello. In più i russi amano molto la moda. La moda sembra davvero un lifestyle in RussiaE cosa ne pensi delle ragazze? Beh, ce ne sono di tutti i tipi, Le donne russe sono molto belle. Molte modelle stupende sono russe. Penso anche che adesso stanno viaggiando di più rispetto al passato ed è una cosa positiva. Che consiglio di stile puoi dare ai nostri lettori? Quali sono i capisaldi per un outfit perfetto? Cercare di portare l’attenzione su qualcosa, una cosa in particolare. Specialmente con i capi e gli accessori importanti. Molti pezzi sono forti ed evidenti. Può essere una giacca ma anche una cintura. Se vuoi fare parlare la giacca allora lascia che il resto sia più sottotono. Se vuoi fare parlare la cintura, allora metti quella e scegli il nero per tutto il resto. Molto spesso le persone vanno in confusione e indossano molti capi ed accessori importanti nello stesso momento. I clienti russi, per esempio, amano indossare capi con logo, e a volte risultano eccessivi. Per essere più chic, basta indossare un solo logo per volta magari abbinato a pezzi basici. Quali sono i vostri taboo nella moda? Nessun taboo, quello che oggi è taboo, domani sarà fashion. Amate molto le nuove sfide, forse è perchè avete dovuto lottare molto per arrivare dove siete ora?  Il fatto è che una nuova sfida ti tiene sempre in attività. Il fatto di creare abiti per concerti e tours è qualcosa di nuovo, qualcosa che non avevamo mai fatto prima. Lavoriamo con grandi stars e ci mettiamo in discussione facendo qualcosa di diverso. Tutto ciò ci porta fuori dalla nostra routine quotidiana ed è davvero eccitante. Dovreste davvero avere un blog di viaggio, un diario dove mettere I vostri viaggi, i vostri moneti da red carpet, i vostri disegni? Io credo che dovremmo scrivere un libro! Ci stiamo lavorando! Siamo in questo mondo da quando avevamo poco meno di 20 anni e adesso ne abbiamo quasi 50. Abbiamo così tante cose da raccontare che davvero potremmo metterle in un libro…Il blog system sta crescendo sempre più. Molti brands collaborano con i bloggers. Cosa pensi dei blogs? Alcuni li criticano, ad altri piacciono, la verità è che i fashion bloggers sono sempre più presenti alle sfilate e agli eventi. Io credo sia fantastico perché i bloggers vedono la moda da un’altra prospettiva. Molto spesso i giornalisti, che hanno una maggiore esperienza e molta più cultura della moda rispetto ai bloggers, hanno però una visione più “vecchia”. I bloggers magari non  hanno la stessa cultura ma sanno cosa piace loro e cosa no. Io mi sento un po’ sulla stessa barca dei bloggers. Non ho tutta questa cultura in fatto di moda, semplicemente seguo la mia ispirazione e il mio istinto creativo. Sono sicuro che alcuni giornalisti si sentano offesi dalla presenza di questi ragazzini e di questi bloggers che “non sanno nulla” eppure stanno lì a commentare questo e quello. Ma è stupido perché i bloggers sono i potenziali clienti e quindi perché non dovrebbero esprimere la loro opinione? Ora possiamo! Possiamo scriverne, possiamo twittare, possiamo fare tutto ciò che vogliamo! Adesso è un vero fair-play senza nessuno che dice cosa si può e non si può fare. Nel bene e nel male. Ma non importa…e io comunque non leggo quasi mai quello che i giornalisti scrivono di me;) Quali sono i pezzi che rendono unico lo stile di una donna? Le donne devono indossare scarpe fantastiche o una borsa stupenda. Il resto non conta. Un paio di jeans e una t-shirt abbinati ad un paio di scarpe o una borsa cool, ed è fatta. Gli accessori sono la cosa più importante, sono in grado di rendere un outfit perfetto o sbagliatissimo. Un’altra cosa su cui investire può essere un bel cappotto per l’inverno e i pezzi basici. Pezzi importanti che parlano da soli abbinati ad altri piccoli accessori che creano l’insieme perfetto. Ultimamente le vostre collezioni sono caratterizzate da giacche e cappotti unici e davvero preziosi. State crescendo molto in questo. Avete iniziato anni fa proponendo soprattutto denim e jeans e ora avete una collezione completa di pezzi must-have. Si tratta di una evoluzione dello stile. Il nostro denim è sempre presente. Ora presentiamo collezioni complete con giacche preziose e scarpe e borse perchè vogliamo raccontare una storia che abbiamo in testa ma ancora questi pezzi preziosi possono essere indossati con un semplice paio di jeans e una t-shirt. Ultima domanda (io decido di parlare con lui in italiano). Colore e dettagli preziosi sono il vostro biglietto da visita, il vostro senso estetico vi ha reso unici nel tempo, da dove prendete la forza per rimanere sempre sulla cresta dell’onda? A volte ci succede di guardarci intorno, di ascoltare consigli, di farci influenzare da chi ci dice: “non fare questo”, “non fare quello”, ma in realtà, dietro ogni singola collezione c’è una storia che vogliamo raccontare, una storia che è uscita perché abbiamo ascoltato il nostro cuore, quello soltanto. E’ questa l’unica forza che ci rende diversi, permettendoci, ogni volta, di creare qualcosa in cui crediamo davvero, il resto non conta.

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The day before DSQUARED² show, Matteo, I and our friend Maxim by Fashiontomax for GLAMOUR RUSSIA had the pleasure to be welcomed to the backstage and preview the fall winter 2014/2’15 collection. But that’s not all, Dan Caten, together with his staff, invited us for lunch and granted us an interview. A unique experience that has allowed us to meet one of the most important figures of international fashion. Here is our nice chat.

Let’s start from the beginning, how did you get involved with fashion? We have always loved fashion since we were kids. As we were growing up, we realised that we were different in school, different from our friends as we were bound to that passion, we were bound to the fashion world because it was a kind of  world we could connect to. When we were 12 we saw a model on the subway and we went up to her and started talking to her. She was so beautiful. And we would go down town and visit her. So it was kind of interesting. She was trying to introduce us into the industry and we were like little kids. And we knew that that’s where we fit in. We connected right away. From then it was “Right, how do we really become designers, as it doesn’t seem like a real job?” Then we went to a summer fashion school in New York to see if we could have a chance in this world and I remember the first day the principal said: if you don’t eat, drink and sleep fashion, you should leave, and we looked at each other: ok, that’s exactly us, we fit in! When did you move to Milan? After the experience in New York we came back to Canada and had no money. We were 19 and then we ended up getting a job as waiters before getting a job for a fashion company in Canada where we started off as nothing and then just grew to became head- designers at the company. We worked there for six years to get an experience. The owner of the company then sold then company, and we said “We’re 26 now, let’s see what we can do”. And then we realised that we did as much as we could do in Canada and wanted to try something else so we say “let’s move to Europe” and we moved to Italy. It wasn’t that easy at the beginning, we did many different jobs and after years we spent a bit like losing the track of what we really were, fashion designers, at thirty we said: “ok, let’s see how much money we saved and let’s go back to fashion”, that’s what we have done. What’s your favourite city in the world? I think, well, we’re travellers so there’s no favourite. We love going to lots of places. I love Tokyo, I love Rio, I love Paris. Each city has different values, its life style and atmospheres I cannot prefer one city to another city, I just love travelling. Maybe I’d say Rio as most of the cities we’re travelling to are working cities while Rio is a very relaxing city and very energetic. One of your first successes came when you dressed Madonna for her video “Don’t tell me”, how did this changed your life? It was our stamp of approval. When Madonna said she saw something of us that she liked, nobody knew who we were, and she said: “they’re good, they’re cool” and then everybody woke up. The minute we dressed her for the video, then everything started, the next show we had a lot of cameras pointing at us, we could feel difference. She’s a leader, she’s good at finding new things, she’s still like that. From the very beginning you had top models, Naomi Campbell, Eva, Karolina Kurkova, how did you get them? We were very lucky boys! In one of our men’s collection we did nine exits of girls just to test the market. We were thinking of showing nine woman exists during the men’s fashion show and  to go back next season with a full collection. We used Naomi to shoot that campaign and she was so amazing, she was so cool. We asked Naomi if she could open the show for us and she said yes but we didn’t have so much money but she didn’t care because she was pleased to support young energy and she said: “That’s OK – just give me a pair of jeans”. Then it was casting time and all the girls started falling in and falling in. Because of Naomi’s charity we had all the other girls. When the girls came it was like a party, they really liked the clothes, there was good energy so the night before the show Naomi came and said don’t worry guys, everything will be fine, it was a amazing. It was a timeless show, it will remain in history, it was much fun. What were the main difficulties at the beginning? Nobody being nice to you. We had all the top girls and no other designers saw that coming. When they did, all the girls got in trouble for doing our show for less money. It became a nightmare really. A lot of designers were really bitchy. They were really, really rude to the girls. Girls called us in tears saying “I’d like to do your show, but my agent won’t let me.” But we got over it. And it was a great way to start. What happens with celebrities that you want to wear your clothes? The thing with celebrities we don’t really go chasing them. It’s more something that they like what we do it and choose it. I normally like them to come and approach us and them we can accommodate them. Like Madonna did. It’s a cuter relationship. Where do you get your inspiration? That’s a hard part. Some places, some things are very inspiring. It can be colours, an atmosphere, a movie.  Everything was so weird in the 50s and the 60s: they would treat you as if you were crazy if you were homosexual or had some weird thoughts. They were really crazy. But the world didn’t understand in those times. So that’s kind of an ironic twist, just because you are different they thought you were crazy. So it’s kind of another way of looking at things, you know… these people aren’t crazy you know…they’re just kind of exotic, and extreme in the actual, you just also have people look at people. What’s the typical girl who chooses Dsquared? Oh, I mean there should be at least three or four words she should be sexy, she should be individual she should confident she should be assured, strong sexy confident and individual, I think what she should be, I don’t think she is like a follower, like a girl that says “I won’t do that unless everybody else’s doing that”, I mean she should have some words on in. You’re working with Dean like a long time together, what about your relationship? We kind of mostly do everything together, we live together we jog together, go on vacation together, we do everything together. You know sometimes now when we have a lot of work on our plate we would divide a little bit, and you know, he’ll start something and I’ll start something else, maybe I’ll do the men’s fittings and he’ll do the girl’s fittings, and at then at the end of the day we’ll get all the pictures and we would discuss what we did, it’s not like I’m doing one thing and he’s doing another thing, it’s more like I’ll follow one thing, he’ll follow one thing and then we come together, we get more done this way…it’s so many collections, so much to be done, there’s not enough of us. When we used to do everything together, it was everyone at the end of one thing, you know what? no we can’t do it ‘cause we won’t get anything done. Do you quarrel sometimes? Yeah, we sometimes…sometimes, but it’s good, we get conscious and if we do quarrel about something, it means we are not 100% right, and then you’ll say, you’re all there, this 200% so ma be there is some % missing, so let’s focus on the one we both agree. Can you tell us a few words on the new winter collections? What was the main idea? Well, it’s a story. I mean, we are story-tellers and the story starts in the 60s so it is a different kind of a time so give me new colors, give me new shapes, give me silhouettes, and then where she’s going, what’s happening to her, maybe she is like a rich Hollywood diva and then she has a break down and she is institutionalized. And even in an institute which is kind of grey and blue and things, she still wants to sparkle and be the start and be special so she’s got her beautiful gowns her beautiful feathers. And she wants to wear them and maybe she gets injured or she has a broken neck or a broken arm or a broken leg, a lot of the correctional like things you use to correct your arm to correct your neck when something is broken, those kind of ugly and quite drastic she wants to make them pretty and charming so she’ll impress them with diamonds and jewels and things …it doesn’t matter maybe her heel is broken but though these things you used as a matter of support and metal things that are fixing her arms her neck and things she wants to make them glamorous because she is still glamorous. And she is a dreamer and she is kind in her own little world and she is happy and she’s determined and she is wonderful. What about must have pieces for spring summer? It was a long time ago… I mean we did a lots of mini cocktail dresses which were really cool in their strong colors we did some yellows t-shirts and stuff,  in boys were really sexy, I think we did shorts colors, something really tropical there was a lot of jungle, tropical, inspiration campaign, safari…  I mean it’s summer it’s where you wanna be on screw island under tropical tree, sand… summer stuff. What you think about the young talents in fashion, what so they have to do now, because there are so many known brands now so they need to survive, what’s your advice to them? Work really hard like I did and also have to be focused, focused on an idea when they are trying to create a brand, they should also try to create the image of the brand, yes this is my thing, and stick to it. Because it’s very confusing when you’re starting out, and you’re trying this and this and new trends, always follow really everything that’s going on and you never really be who you are, so I think to really be who you are you would draw some clothes to the outside and really think of what you wanna do and what you wanna say and what’s you, and then say you and if you can keep saying you then it will  be something that is recognizable, and you’ll have a recognizable image and you can go ahead, but if you do a lot of different things all the time…that’s the hardest part…You mean to be lucky? No, you have to focus, you can look at Versace and you’ll know that’s Versace, you can look at Armani, you’ll know it’s Armani, you can even look and know that’s Asics. at that’s the hard thing: it’s to get that. And I thing that a lot of the times…it kind of look like Armani, it kinds of look like… you know you’re always associated so you really have to try to be individual on your resume coming out …. And then when you get up and you wanna fool around you can fool around. Starting a new company you really need to focus on what your brand is, what your message and your message is, otherwise you’ll look different all the time. You need to have something and focus on it and keep it. What are your plans for the future? To retire? No… we have lots of ideas and lots of things we haven’t done, that something I still  wanna do you know…I don’t think to retire..no we really busy now, we enjoy that, I d0n’t think we’re going to retire early, that’s for sure. I think I have a lot to do. Have you been to Russia yeah? What do you think about Russia? I like it, I just liked that mass, that grandness, everything is big. I went to Moscow and I had a good time. It’s cool. They love fashion – which I love. Fashion seems to be a lifestyle there. What about the girls there? Well, there’s all types. Russian women are very beautiful. A lot of beautiful models are Russian. I also think that Russians are travelling a lot of more now that is really good. What advice can you give to our readers style-wise? What are the most important points for a perfect outfit? Try to make one clear statement. Especially with things that are bright. You can’t have a lot of things that say a lot. For example, a jacket, or a belt. If you want to make the jacket speak then bring everything else down. If you want to make the belt speak, then just wear black and let the belt speak. I think a lot of times people get confused and they put big jackets on that speak a lot and big belts on that speak a lot: just let one thing speak. That’s my advice. And it’s very difficult as Russian customers are sometimes very loud and love to wear logos so I think they have to try a little bit chic, just one logo is ok, a little bit less loud. What’s you fashion taboos? No taboos. What’s taboo today is fashion tomorrow. Perhaps is it because you have both had to fight so much now to be where you are now that you like to take on a challenge?  It just also keeps you exciting. This isn’t a huge project, it’s a different project, but it’s exciting as it’s not what we’re used to doing. That’s why I like doing tours and concerts and stuff. Not only do I get to work with great stars, but doing a tour, it’s something different from our usual things. Creating costumes for concerts and tours is so exciting. It takes us out of our regular, day-to-day thing, and we like that. You should have a travel blog, a diary where you put all your travel, red carpet moments, your designs. I think we should do a book! We’re working on that! We’ve been doing this since we were 20 years old, and now we’re almost 50. We have a bit of information to do a book…But the blog system  is so big now. A lot of brands are now collaborating with bloggers. What do you think of the blog system? Some people criticise it, some people like it. I see bloggers at all the main fashion shows now. I think it’s great because they’re young, they see fashion from a different perspective. A lot of times you hear old journalists, maybe they have more experience they know a lot about fashion and bloggers perhaps don’t have this education about fashion, sometimes they see things under a different light, young bloggers are seeing it for what it is. I don’t know anything about art history, art fashion history, I don’t really know anything, but I know what I like. I kind of think that I’m in the same boat as a blogger. I don’t have that much education. I can’t quote you some about something that’s happened in 1922 and blah, blah, blah! You know what I mean! Sometimes fashion journalists get a little bit too heavy, and then they’re old. I’m sure they’re insulted that some young kid has no education, no degree and they are sitting there commenting on things that they as journalists should not be commenting on. I think is very silly because the blogger is maybe the person who is going to buy those things. So why shouldn’t a blogger comment? Why shouldn’t a designer comment on the comments that the journalists make? Now we can! We can write it. We can Tweet it. We can do what we want! Now, it’s all fair play. Before it all “you do and you take” and someone else will tell you. Good or bad. But it doesn’t really matter – I never really read what people write about me. What are the piece of your wardrobe that make a woman style different? Women have to have great shoes and a great bag and you can really wear whatever you want. You can wear some really cheap jeans and a t-shirt, but if you’ve got a great shoe, or a great bag or an expensive watch, then you’re fine. Accessories are super huge and super important, because they can make or break stuff. If you put the right thing on it really doesn’t matter what you are wearing. A great coat for the winter and basics. Major important pieces that make statements and smaller things that can tie everything in. Investment pieces. I see you are making unique jackets and coats. You’re growing so much in this way. Maybe you started many, many years ago with jeans denim, but now you have shoes and jackets that a woman must have. It’s just an evolution in style. Our denim is still present. Maybe now we’re showing complete collections with  precious jackets and shoes and bags as we’re telling a story we have  in our mind but still you can wear these precious pieces with a pair of jeans and t-shirt. Last question (and I decide to talk Italian with him). Colours and precious details are your distinctive trait, your aesthetics and appeal have made your style unique over tie, but how is it possible to always stay fresh and cool? Sometimes it happens we take some advice and been influenced by people saying: “don’t do this and don’t do that” but, actually, behind every single collection there’s a story we want to tell, a story that we created only listening to our heart and anybody else. This is the sole strength that makes us different allowing us to create something we really believe in, nothing else matters.

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DSQUARED BACKSTAGE FASHIONSHOW FALL WINTER 2014 2015

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DSQUARED SUNGLASSES FALL WINTER 2014 2015

DSQUARED FALL WINTER 2014 2015

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