Non era una notte buia e tempestosa, ma un caldo pomeriggio estivo, quando un amico con cui sto pranzando, e che sta per diventare papà, mi racconta di un suo amico scrittore che sta per pubblicare un libro in merito alla questione. Mi dice il titolo: “PADRE A TEMPO INDETERMINATO” e io rimango quasi folgorata! Anche io sto scrivendo un libro su questa tematica, ma con due principali differenze…la prima: che è descritto dal punto di vista femminile, la seconda: che lui lo ha finito e io ancora no! E’ da quel momento che ho desiderato intervistarlo e oggi sono felice di presentarvi MARCELLO SIGNORE. Social writer, classe 1988, è nato a Napoli, ma vive a Milano e con i suoi divertenti “tutorial“, se così possono definirsi, registrati rigorosamente a “PAUSA PRANZO“, ha letteralmente conquistato il pubblico del web. Nel 2011, arriva il momento di condurre una vera trasmissione televisiva, “Mi chiamo NERD” in onda su La3, e l’anno successivo, Marcello diventa blogger per Huffington Post Italia e nuovo personaggio di “Occupy Deejay” su DeejayTV. Raccontare è la sua passione, che lo faccia con un video o con un post, quel che è certo è che arriva dritto al punto, sempre, anche con il suo primo libro “PADRE A TEMPO INDETERMINATO“. L’ho incontrato a Milano durante la settimana della moda e, davanti a un caffè, mi ha dedicato un po’ del suo tempo per rispondere a qualche domanda.
1. Ciao Marcello, sono sincera, la cosa che più mi ha colpito di te è questa voglia di esprimere quello che pensi, senza timore, mettendo a nudo i tuoi sentimenti davanti a un pubblico che in realtà non conosci. Non è facile, come ci riesci? Questa è la vita…può succedere di mettersi alla prova con un video, con un libro, con un programma in tv, ma questo è il bello, gli americani dicono “no pain, no gain” se non “schiatti” un po’ come si dice a Napoli, non ottieni niente. So parlare delle cose che conosco, delle cose che mi piacciono e credo che questa mia passione venga percepita. 2. Con la tua simpatia brillante sei riuscito a trovare il modo giusto per portare a destinazione i tuoi messaggi, coinvolgendo chi ti segue, ma come hai avuto questa intuizione vincente? E’ passato qualche anno da allora, io ero il capo redattore di Gay TV e in quel momento sul nostro canale YouTube non c’erano video, così decisi che qualcuno doveva inventarsi qualcosa, mi dissi: “perché non io?” ora mi chiudo nello stanzino e faccio qualcosa. E iniziai a parlare delle cose che pensavo potessero interessare i nostri lettori. Poi al montaggio mi venne in mente di aggiungere la particolarità del “botta e risposta” aggiungendo dei pezzi di film, serie tv, altri video divertenti. Era veloce, era simpatico, era onesto e agli utenti è piaciuto. 3. Piccolo e grande schermo, un mezzo apparentemente facile per comunicare, ma io ti immagino a scrivere i testi di ogni tua singola apparizione in video! Sbaglio se dico che quei contenuti così vivacemente elaborati e preparati, oltre ad essere il vero espediente di divulgazione, sono stati un vero banco di prova con cui cimentarti in qualità di scrittore? Direi di sì, tutto per me è stato “scrittura”. Anche se i video di “PAUSA PRANZO” sono molto veloci, le battute andavano pensate e quindi scritte come un vero e proprio “copione”. Sicuramente anche gli “inserti” tratti dal mondo del cinema erano molto azzeccati e “Pausa Pranzo” era diventato molto particolare e quindi anche popolare. Spero però di non fare la fine di Dan Brown che è ricordato soltanto per “Il codice Da Vinci” (sorride), ancora oggi a distanza di quasi cinque anni mi dicono tutti che è “la cosa più bella” che ho fatto, anche se ero giovane e inesperto, mi mangiavo le parole e facevo un sacco di “sbagli”. E anche perché ho fatto tante altre cose dopo quella web series…come il mio libro, per esempio. 4. Quando hai deciso di scriverlo? Mi sono sempre sentito un creativo e devo ringraziare la mia famiglia meravigliosa per questo, per avermi allevato in maniera tanto fantasiosa. La TV non c’era spesso, si faceva altro. Ho sempre avuto una grande voglia d’imparare, anche cose che non appartenevano alla mia età, ad esempio la lettura. A due anni e mezzo mi misi in testa che potevo farlo, avevo la mia cassetta audio con cui ascoltare le favole, le imparavo a memoria e facendomi suggerire da mamma quando era il momento giusto per girare pagina, facevo credere a tutti di saperlo fare veramente. Andavo a letto molto presto la sera e questa passione per i libri ha continuato a seguirmi negli anni, se non riuscivo ad addormentarmi c’era il mio Harry Potter sul comodino, non mi faceva impazzire, ma ritrovavo molto di me in quel personaggio. Non so dire con precisione quando ho deciso di scrivere il mio, un giorno è arrivato il momento perché ho sempre saputo che in fondo volevo fare lo scrittore nella vita ed è successo. 5. Perché hai scelto di raccontare della paternità? La paternità in realtà è una scusa, è un pretesto per descrivere un episodio significativo che cambia la tua vita, il giro di boa che segna il resto del tuo percorso. Nel mio libro è una bambina, ma simbolicamente ciò che scrivo vuole raggiungere un pubblico ben più ampio dei genitori single. Succede però che il libro sia considerato come un vero manuale per chi si trova a fare il padre all’improvviso, e questo mi fa un piacere immenso, anche se è una cosa a cui non avevo pensato e che mi ha colto di sorpresa. Forse sono riuscito a centrare il punto, a catturare qualcosa, e questo succede quando riesci a scrivere di cose che ti appartengono. Penso sia un po’ la base della scrittura: nessuno scrive di cose che non conosce. E poi c’è in un me un po’ il desiderio di diventare papà… Anche se sei così giovane? Nella vita ci sono tante cose che accadono al di fuori di ogni controllo. Sono giovane è vero, ma sono cresciuto a mo’ di mosaico, non ho avuto un percorso troppo lineare, ho bruciato un po’ di tappe, perciò, perché no? Con i desideri è così…c’è chi non ha il coraggio di rivelarli ad alta voce per paura di non riuscire a realizzarli, come se sopra ci fosse una sorta di “polizza assicurativa” con la clausola che dice: “se non dovessero avverarsi, nessuno saprà mai cosa volevo davvero” E, invece, c’è chi ha voglia di dire ad alta voce ciò che vorrebbe, il solo parlarne lo fa già sembrare vero…e un po’ lo è! 6. Il protagonista del tuo libro si chiama Michael, si trasferisce da Los Angeles a Milano e scopre di avere una bambina, tu stesso dici che la bambina in questione vuole rappresentare una metafora universale che simboleggia un grande cambiamento di vita e io ti chiedo: qual è stato il fatto che ha cambiato la tua? A grandi linee potrei dire che è stata la mia permanenza a Los Angeles, se invece dovessi fare riferimento a un episodio specifico, beh, (ride) ricordo che era il 31 ottobre del 2008, stavamo festeggiando Halloween, io ero vestito da Hulk, cioè voglio dire, te lo immagini, io vestito da Hulk, ma mi ci ero impegnato seriamente, completamente dipinto di verde, gli abiti a brandelli, completamente ubriaco alle cinque del pomeriggio. Ero con i miei amici a Santa Monica e c’era un sacco di gente, la strada era piena, mi fermavano tutti, io ridevo, ho fatto amicizia con un gladiatore romano, mi sono cacciato in una rissa, era più un’atmosfera che un singolo momento, difficile da descrivere. In quel momento ho capito che non c’era niente al mondo che non potessi fare…ero “CALMO COME UNA ROCCIA“, un’espressione che uso spesso anche nel libro, “quiet and still”, ce l’ho anche tatuata sul fianco. Se in mezzo alla tempesta riesci a trovare la calma e la lucidità di guardare al tuo quadro complessivo, non c’è niente che tu non possa superare. Pensaci bene, alla fine l’universo non ci da mai più di quello che possiamo sopportare. 7. Non ti chiedo che padre saresti o che vorresti essere, lo hanno già fatto tutti, ma in una tua vecchia intervista hai parlato di favole e ora ti tocca, so che quando avrai un figlio gliene leggerai un sacco, la tua preferita? Perché? Lo chiedi a uno scrittore, cosa posso risponderti? Che cercherei di scriverne una apposta per lui, l’ho già fatto in passato per le mie nipoti, penso che mi piacerebbe dedicargli qualcosa di mio. 8. Il prossimo libro? E’ già nell’aria, credo che uscirà l’anno prossimo (meglio non dirlo ancora, pensa che questa è la prima volta che “pubblicamente” parlo del nuovo libro :P) è una storia molto diversa, abbastanza complicata, amo creare gli intrecci. Ci saranno un sacco di sorprese, riferimenti, di “easter eggs” e bang, un grandissimo colpo di scena! 9. Ultima domanda, di rito, sogno nel cassetto? Il cassetto è un brutto posto ed è sempre chiuso! Ci sono tante cose che mi vorrei fare e tenerle in un cassetto è un po’ come non averle a portata a mano, non ti pare?
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It wasn’t a dark and stormy night, yet a hot summer afternoon when a friend who I was dining with and who was going to have a baby, told me of a friend of his who was about to publish a book about fatherhood. The title was: “PADRE A TEMPO INDETERMINATO” (Open-term dad) and I was literally amazed! I’m writing a book on this theme too but with two main differences….the first one is that I offer a woman’s point of view and the second is that he has finished the book and I haven’t! Since then I’ve always wanted to interview him and today I’m glad to introduce you to MARCELLO SIGNORE. Social writer, born in Naples in 1988, living in Milan who with his funny “tutorials”, if we can call them so, recorded at “LUNCH TIME” has made a hit on the web. In 2011, he is asked to present a TV program called “Mi chiamo NERD” and aired on La3 channel and the following year, Marcello becomes a blogger for the Huffington Post Italia and a new guest of “Occupy Deejay” on DeejayTV. Telling tales is his passion, either with videos or posts, he always hits the core also with his first book “PADRE A TEMPO INDETERMINATO” (“Open-term Dad”). I met him in Milan during the fashion week and while drinking a coffee we had a nicer chat together.
1. Hi Marcello, I’d like to be frank with you and I must admit that I was most impressed by your free way of expressing your thoughts, with no fear and almost “naked” before an audience you don’t know. It isn’t easy how do you manage? This is life…it can happen with a video, a book, a TV program and I like it, Americans would say “no pain, no gain”. I talk about the things I know, I like and I believe that my passion is recognised and understood. 2. With your brilliant wit you have found the right way to pass your message on, involving the audience but where has this winning inspiration come from? It was some years ago, I was editor in chief at Gay TV and on our Youtube channel there were no videos, so I thought we should add something and I said to myself: “why not me?”. I focused on that idea and I started to talk about things our readers could be interested in. Then, during the editing phase, I decided to add the “tit-for-tat” piece with TV series, film frames and so on. It was quick, funny and frank and the audience liked it. 3. TV and the web, an apparently easy communication channel but I imagine you while sitting and writing your texts for every single video! Am I wrong if I say that these small but well prepared texts have been your trial test before embarking on your career as a writer? Yes, I’d say that everything means writing to me. Even if the “PAUSA PRANZO” videos are short, the “script” needed to be written down properly. Even the “inserts” from movies were good and “Pausa Pranzo” has become really peculiar and popular at the same time. I hope not to end like Dan Brown who is remembered only for the “Da Vinci Code” (he’s smiling), still today, after five years, everybody keeps saying that it’s “the best thing” that I’ve ever done, even if I was young and with no experience and made many “mistakes”. And I have done many other things since that web series….my book, for example. 4. When did you come up with the idea of writing a book? I’ve always felt a creative urge and I must thank my family as they brought me up in such a fantastic and imaginative way. We didn’t use to watch TV at home, we did something else. I’ve always loved to learn new things since I was a child, reading for example. When I was two years old, I decided that I could learn to read, I had my audio-cassette with fairy tales, I learnt them by heart and my mum told me when it was time to turn the page of the book, I pretended I could read. I used to go to bed very early at night and this passion for reading has followed me over the years, if I couldn’t sleep there was my Harry Potter book on my bedside table, I didn’t like the book very much but there was much of me in the character of Harry Potter. I don’t know when exactly I decided to write my own book as I’ve always known I wanted to be a writer and it has happened. 5. Why taking about fatherhood? Fatherhood is an excuse to describe a special event that is able to change your life forever, the turn of the screw that will mark your way. In my book, it is a girl but my tale wants to reach a broader public than that of single parents. My book has been taken as a hand-book for dads and I appreciate that even if I didn’t think of it while I was writing it. Perhaps I’ve managed to hit the core, to capture a moment and this only happens when you write about personal emotions. I think this is a basic rule of writing: nobody can write of something they don’t know. And I’d like to be a daddy…Even if you’re so young? In life some things happens out of your control. I’m young, true, but I’ve grown up a bit like a mosaic, I didn’t follow a straight path, so why not? Desires…there are people who are not brave enough to reveal and express them as they’re afraid they won’t be able to fulfil them as if they were covered by a sort of “insurance policy” stating: “if my desires don’t fulfil, nobody will ever know what they are”. And this is wrong because when you say it loud, when you express your wishes, they seem true…it works! 6. The main character in your book is Michael, he moves from Milan to Los Angeles and he finds out he has baby girl, you said that this girl is a universal metaphor symbolising big changes in life and I ask you: what has changed your life? Generally speaking, I’d say it was the time spent in Los Angeles but if I had to mention a specific moment, well (he’s laughing) I remember it was October 31 2008 and we were celebrating Halloween, I dressed up like Hulk, I was all covered in green, scraps of cloth and totally drunk at five in the afternoon. I was with my friends in Santa Monica, it was crowded and everybody was looking at me, I was laughing and making friends with a Roman gladiator, then I also got myself in a fight, it was more an atmosphere than a single moment, quite difficult to describe. But on that day I realised that there was nothing I couldn’t have done in life…I was “QUIET AND STILL”, an expression that I’ve used in my book too and a sentence tattooed on my back. If in the middle of a tempest, you are able to find peace and calm and have a general vision about the world, there’s nothing you won’t be able to do. Think about it, life never gives us something we can’t bear. 7. I won’t ask you what kind of dad you would like to be, everybody has already asked you this, but in one of your interviews, you talked about fairly tales and I know well that when you’ll be dad one day, you’ll have to read thousands of tales to your baby, what is your favourite? And why? You’re asking a writer, what can I say? I’d try and write one for my baby, I’ve already written tales for my nieces, I think I’d like to dedicate something mine. 8. Your next book? It’s already in the air, it will be published next year (better not say it as this is the first time I’ve talked about my new book “in public”:P) it is a different story, quite complex. Loads of surprises, “Easter eggs”, bangs and a spectacular “coup de theatre”! 9.My last traditional question, a secret wish? I don’t like secrets and I don’t like to hide my wishes and close them in a box as it seems they are not handy, don’t you think?