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Grazie Signor Zucherberg per averci dato la possibilità di esprimere una semi- opinione su uno stato, una foto, un link condiviso… semi perché nella sua infinita bontà il “non mi piace” non è contemplato, fortunatamente. You Tube pare invece essere più democratico perché in esso l’opzione negativa esiste. Instagram segue il criterio di Facebook, ma esclude pensieri e parole, si limita a mettere al pubblico giudizio solo immagini, facilitandoci il compito… già, le foto quanto ci piacciono, quanto è immediata una reazione su una scatto! Sicuri??? Ci importa davvero il soggetto della foto o forse conta di più chi posta la foto? A livello mediatico più si è famosi più “mi piace” si raggiungono, addirittura, a volte, vale il contrario: famosi si diventa in corrispondenza al numero di “mi piace” ottenuti sui social! Le cose sono cambiate… una volta bastavano 5 mila lire per farsi una serie di foto, si entrava in una macchinetta automatica e click…4 pose, 4 scatti e se non ci piacevano…di nuovo in posa fino a che non si avevano quelli buoni. Quelle foto, una volta asciutte, potevi condividerle al massimo sulla smemoranda e passare il diario ai tuoi amici che commentavo con un “sei stupe!” Oggi è diverso, si mettono in bacheca e si aspetta il responso collettivo, a seconda della categoria a cui si appartiene ci si prepara psicologicamente: Per i più seguiti il semplice “mi piace” è un po’ limitativo, ci vorrebbe l’opzione del suo “superlativo”, che so, un “amoooo” o un “adoroooooo”, che ai fashionisti piace tanto usare. Per la categoria intermedia, quella dei comuni mortali per intenderci, un buon numero ottenuto è sufficiente per postare altre foto e tentare di scalare la vetta. Chi invece sta proprio male combinato, dai social è comunque tutelato… Se non trova nemmeno un “mi piace”, basta che non si faccia troppe domande, che non legga tra le righe e che non faccia traduzioni del tipo: “la tua foto fa schifo, non se l’è cagata nessuno, cosa l’hai messa da fare?” Altro giro, altro regalo, nuova “posta…ta” sperando vada meglio! Questa è la società del “mi piace” triste, ma vero… Faber scrisse una poesia sul “valore di un sorriso”… parafrasandola oggi sarebbe: “Donare un “mi piace” rende felice il cuore. Arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona. Non dura che un istante, ma il suo ricordo rimane a lungo. Nessuno è così ricco da poterne fare a meno, né così povero da non poterlo donare. Da sostegno nel lavoro ed è segno tangibile di amicizia.” E infondo, anche se virtuali, quanti sorrisi ci sono nelle foto sul web?!?
Thanks Mr. Zuckerberg for having given us the opportunity to express Our semi-opinion on a thing, on a photo, on a shared link… A semi-opinion because the “I don’t like it” has, luckily, not been considered. You Tube seems to be more democratic as it includes the negative option. Instagram follows Facebook criteria, But it excludes thoughts and words showing pictures only, Thus facilitating our task… Yes, we love photos and our reaction to a snap is immediate! Are we sure??? Do we really care about the snap or do we just think of the person who took it? As a general rule, famous people obtain a great deal of “likes” but sometimes it’s the exact contrary: People become famous depending on the number of “likes” they have on social networks! Things have changed… Years ago you only needed 5 pounds to take pictures, just steeping into photo booth and click…4 poses, 4 snaps and if you didn’t like them…again and again until you found the perfect snap. Those photos, once dried, were glued on your school diary and passed to class mates and friends who wrote on them comments like “you are wonderful!” and so on. Today it’s totally different you post pictures and wait for comments, And, depending on the “social” class you’re in, you get prepared: Those who have loads of followers are no longer happy with “likes”, there should be a kind of superlative, for instance comments like “loveeee” or “adoreee”, words so much loved by fashionistas. The intermediate class, that of common people, a fair amount of likes is enough to take other pictures and try to climb the peak. And those Mr. and Mrs. nobody don’t need to worry as the social networks protect them either… If they don’t have any likes, they don’t need to wonder why, and mustn’t think: “this photo is really bad, nobody likes it, why did I post it?” no way, post another one…and perhaps it will go better! This is the “like” society, sad but true… Faber once wrote a poem about the importance of a smile… Translating it into today’s words, it would be: “giving a “like” makes your heart happy. A “like” enriches the mind of those who get it and don’t impoverish those who give it. It’s just a moment but its memory lasts forever. No one is so rich to be able to live without it, And no one is so poor not to be able to give it. It supports your job and it’s a tangible sign of friendship”. And, even if virtual, how many smiles are there on the web?
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Body: MAISON MARTIN MARGIELA
Jacket: FENDI
Skirt: OFELIA
Bag: ALEXANDER MCQUEEN
Shoes: MIU MIU
Head Piece: MIU MIU