Avranno anche 6 ore di fuso in meno rispetto a noi, ma le persone che vivono qui sono avanti anni luce! So di parlare da turista e di avere in testa una visione ovattata di New York, ma se non dicessi che tutto il contesto mi ha fatto innamorare, beh, non mi riconoscerei. Quando la mattina ti svegli in questa città e accendi la TV, a darti le notizie sono sempre in due, uomo e donna, belli come il sole. In Italia, il non plus ultra della coppia cool che il telegiornale può offrirti è composta da Cesare Buonamici e Alberto Bilà che, data l’età, vivono ormai allo stato vegetativo in una cella frigorifera da cui vengono fatti uscire una mezz’ora prima della diretta per trucco e parrucco. A New York fare la coda è un’esigenza, in Italia non esiste! Noi, per natura, siamo abituati a raggirarla con ogni mezzo, sbottiamo dopo 30 secondi e cerchiamo soluzioni alternative che ci fanno perdere più tempo di quello che in realtà servirebbe se rimanessimo fermi ad aspettare il nostro turno. Sarà forse che siamo più agitati a causa del gran numero di caffè che beviamo ogni giorno? Nella “Grande Mela”, l’espresso equivale a un’iniezione di adrenalina nel cuore, non sono abituati, preferiscono bevande meno concentrate, dal sapore più blando e dal nome più eccitante: Starbucks! Quando ne ordini una, ti chiedono il nome e lo fanno per non impazzire una volta pronta, per chiamare la persona che ha ordinato e non ciò che è stato ordinato. A New York, chiamare un taxi è molto semplice: luce accesa libero, luce spenta occupato, si alza una mano e lui si ferma. In Italia è un’agonia! Devi avere il numero esatto del radio taxi che cambia a seconda della città in cui ti trovi, una volta recuperato, puoi chiamare o mandare un sms, attendere la risposta, generalmente data con il nome di una città e il numero (che puoi giocare al lotto) e il numero dei minuti di attesa che mai corrisponde al vero. Quando entri in un negozio, bello o brutto che sia, i commessi americani ti accolgono sempre con un sorriso, un saluto cordiale e ti chiedono come stai. La vera radiografia neyorkese, descritta da Sophie Kinsella, te la fanno invece quelli italiani, squadrandoti dal basso verso l’alto, facendo un breve elenco mentale dei marchi che indossi, un calcolo di ciò che puoi aver speso per vestirti quel giorno e, se ne vale la pena, ti concedono una misera attenzione. In Italia abbiamo Intimissimi, Yamamay, Tezenis…il tasso di natalità è in calo per questa ragione, a New York ci sono Victoria’s Secret e Pink che creano una vera dipendenza d’intimo e d’intimità. Qui non esiste cifra che non puoi far spendere al tuo fidanzato, dirà di si a tutto ciò che gli sottoponi, nella speranza di vederti trasformare in uno di quegli angeli che vede sui maxi schermo! E poi il vintage…qui è proprio una cosa seria ! Concluderò con una mia teoria, elaborata nei primi giorni di permanenza, grazie al freddo patito che mi ha fatto gelare anche le chiappe! Se le persone di New York riescono a convivere con queste temperature come se nulla fosse, allora significa che fanno parte di una specie evoluta, capace di offrire le cose in modo migliore, grandi opportunità e un sogno…che non può essere altro che quello americano <3!
They live 6 hours behind us but the people who live in this city are years forward! I perfectly know that I’m talking as a tourist and that I have a sweetened vision of New but I must confess that I’ve literally fallen in love with that city. In the morning we wake up, switch the TV on and we see two attractive journalists, a man and woman, so beautiful, the perfect example of a cool couple while the best that Italian news can offer are Cesare Buonamici and Alberto Bilà who, due to their age, live in a vegetative status in a refrigerating cell from which they are taken out half an hour before the shows for hair style and make-up…and this alone should make us think a bit! In Italy queues don’t exist, we are used to get around it, we are not programmed to stand in a queue, we get upset after 30 seconds and we look for alternative solutions that make us lose more time than what we would have spent in queuing. In New York people wait, everything is perfectly organised to optimise time and deal with many people and issues at a time. We can’t even imagine this, probably because we are always excited due to the many coffees we drink a day, here espresso is like an injection of adrenaline, they are not used to that, they prefer less concentrated drinks, with a more delicate taste and an exciting name: Starbucks! When you order a drink, they ask you your name and they do that not to get mad when the drink is ready, to call the person that has ordered it and not the drink. Calling a taxi is easy: light on free, light off busy, you raise your hand and it stops in front of you. Here in Italy getting a taxi is almost impossible…we must have the radio-taxi phone number, a number that changes depending on the city where we are, once we get the number we can call or send a text, wait for their reply, generally including the name of a city and a number (numbers on which we can bet on) and the waiting time they tell you always differs from the real time you’ll have to wait. When we get in a shop in New York, regardless of the shop type and style, they always welcome you with a smile, ask you if everything is ok, while here in Italy shop-assistants in shops look at us in details, a mental list of the brands we’re wearing and calculating how much we can spend they decide if it’s worth to deal with us or not. We have Intimissimi, Yamamay, Tezenis…and the birth rate is closet o zero, in New York they have Victoria’s Secret and Pink able to create an addiction to underwear and intimacy, our husbands or boyfriend will be ready to give us everything we show them in the hope to see us transformed into one of those angels on catwalks! And then vintage…here it’s a serious issue;-)! I’ll end my post with a theory that I formulated during my first two days in New York, thanks to the freezing chill! If the people in New York manage to live with that cold, this means they are part of an evolved species, able to show things under their best side, great opportunities and a dream…the American dream <3!
Sweater: ABERCROMBIE & FITCH
Shirt: ABERCROMBIE & FITCH
Denim: JBRAND
Beanie: NEIL BARRET
Sunglasses: CHANEL
Shoes: ISABEL MARANT
Bag: CHANEL
Coat: MAISON MARTIN MARGIELA
Gloves: JIL SANDER