Quando si dice che fare il genitore è una dei mestieri più difficili al mondo, sembra la solita frase scontata, ma non è proprio così. Odio ammetterlo, ma mia madre aveva ragione e pure mio padre: fare il genitore non è facile e ad essere sinceri, non è facile neanche fare il figlio. È tutta una questione di bisogni, se la mamma soddisfa quelli del bambino e il bambino quelli della mamma, tutto funziona alla grande. La mamma vorrebbe che il figlio fosse educato, ordinato, diligente, attento alla sua igiene personale, che facesse attività fisica, ma senza sudare, che si mettesse la giacca anche quando fuori ci sono trenta gradi, che si allacciasse le scarpe e che rispondesse sempre sì ogni volta che gli viene chiesto di fare qualcosa per contribuire all’organizzazione familiare. Il figlio, invece, vorrebbe che la mamma la piantasse di rompere i coglioni e la smettesse di stuprare la sua indole che lo rende unico, costringendolo a diventare un figlio modello – che non esiste – educato, ordinato, pulito, sportivo, non sudato, con addosso sta’ cazzo di giacca, le scarpe allacciate e completamente disponibile ad assecondare le esigenze familiari. Il bene dei genitori non coincide mai con quello dei figli, è come aspettarsi che polo nord ed equatore possano avere la stessa temperatura, neanche la più forte delle calamità naturali riuscirebbe mai a uniformare due località geografiche tanto diverse. La ovvia conseguenza è un eterno conflitto che si appiana solamente quando il figlio esce dalla casa in cui è cresciuto e va a vivere da solo e, ancor più, quando si costruisce una famiglia propria, diventando anch’esso un genitore il cui codice genetico è predisposto a rompere le palle. Appena il figlio varca la soglia dell’ufficio anagrafe per registrare la nascita del suo, si trasforma e si ritrova a parlare come sua madre, ad agire come sua madre e a rompere le palle esattamente come faceva sua madre. Ma il genitore non è progettato a rompere i coglioni per sempre, smette improvvisamente quando diventa nonno, quando entra in un’altra fase che sta a metà tra l’essere figlio e l’essere genitore: una semi perfezione parentale che però si raggiunge solo in età matura. Ai nonni – agli ex genitori – pare che Dio voglia concedere una seconda chance, offrendo loro la possibilità di redimersi e aggiudicarsi un posto garantito in Paradiso. I nonni sono disposti a tutto pur di non lasciarselo scappare, anche a fare squadra con i nipoti, criticando ai genitori quella severità che loro stessi, da sempre, hanno adottato per sopprimere comportamenti sovversivi, ma che ora stentano quasi a riconoscere. Tu che stai leggendo, a seconda della fase che stai attraversando, ricorda che niente è per sempre, che esiste un tempo in cui sarai educato, uno in cui educherai e uno in cui tirerai le somme, tenendo conto di ciò che hai appreso e di ciò che hai fatto apprendere, per tenere solo il buono di ciò che hai vissuto.
I don’t want it all right away – When they say that being a mother or a father is one of the most difficult jobs on earth, it seems the same old common place but it’s not. I hate to admit it but my mum was right and my dad too: being a mother or a father is not easy and to be honest being a child is not easy too. It’s about needs, if a mum meets the needs of her child and the child those of the mum, everything works. A mum would like her child to be polite, well behaved, tidy, doing some sport but without sweating, putting on a jacket even when it’s boiling hot outside and always saying yes when asked something. A child, on the other hand, would like that mum stops to be such a nuisance, stops to abuse the child’s nature that makes him or her unique compelling the child to become perfect – a species that doesn’t exist – polite, well-behaved, tidy, sporty, non sweating, with that fuc….jacket on and always available to meet the mum’s needs. What is good for parents it’s not for children, it’s a bit like expecting that the North Pole and the Equator have the same temperature, even the worst natural disaster would never make two such different geographic realities coincide. The obvious consequence is an eternal fight that stops only when the child leaves the family home and goes to live alone and even more when the child becomes a parent too whose genetic code is programmed to be a nuisance exactly like their mother did. As soon as the once-were children who have just become parents register the birth of their newly born child, they start to do exactly like their mother did. But parents are not programmed to be a nuisance forever, they suddenly stop when they are grand-parents, another phase that is in-between being a child and a parent: a semi-perfection that you can reach only when old. It seems that God has given a second chance to grand-parent- formerly parents- offering them the opportunity to redeem and get a place in heaven. Grand-parents are ready to anything not to miss this chance, they team up with grand children and criticize parents for their strict rules that they had once adopted and now totally forgotten. My beloved reader, regardless of the phase you’re going through, remember that nothing is forever, there is a time when you’ll be taught, a time when you’ll teach and then a time when you’ll draw a balance taking into consideration what you’ve learnt and taught to keep just the best with you.
Skirt: NOVIS NEW YORK
Tank: H&M
Jacket: IT
Bag: CHANEL
Shoes: SOPHIA WEBSTER