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20 Apr

Stasera ho vinto anch’io… e non è il film con Robert Ryan

enrica alessi storie di ordinaria follia
 
I o e lo sport non siamo sempre andati d’accordo, il nostro rapporto è stato spesso travagliato e io che ho sempre creduto di essere una donna tutta d’un pezzo, mi sono piegata alla sua volontà. Ma partiamo dall’inizio, dall’attività fisica che mi imponeva la scuola: anche le due ore di scienze motorie settimanali erano un sacrificio troppo grande. Si cominciava sempre con una corsa, poi il salto a ostacoli, il salto in alto, la partita di pallavolo. La corsa mi sfiancava, gli ostacoli li centravo tutti, il salto in alto era umiliante e quando si facevano le squadre di pallavolo, ero sempre l’ultima a essere scelta. Non è che fosse incoraggiante, ma la prof decise di non tener conto del...
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15 Apr

Il tavolino per la piccola Melissa

not for fashion victim enrica alessi
     
I l piede ha 28 ossa, 27 articolazioni, 100 legamenti, 23 muscoli: mi fa male tutto. E non so se a deprimermi di più sia questo dolore terribile o sapere di aver voltato le spalle alla Signora Saddle, barattando parte del budget di un acquisto potenziale, per un paio di décolleté con cui non riesco nemmeno a camminare. Metto in moto. Cerco di simulare un massaggio con la zigrinatura dei pedali: distendo la pianta alternando i movimenti tra frizione, acceleratore, freno. Stiracchio le dita, sento le ossa scricchiolare e ho un gemito di piacere. Evviva. Come ho potuto pensare di poterle indossare tutto il giorno, senza nemmeno farci un giro di prova? Mi sono fatta ingannare dal mezzo tacco, dalla mia...
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13 Apr

La grande scommessa — e non è il film con Ryan Gosling 

 
L a data della cena con la mia vecchia classe si avvicina, Marco non ci sarà, ma ha promesso di impegnarsi a scrivere una dichiarazione in cui chiarirà se era più di suo gusto la gelatina o la crème brûlée. Si accettano scommesse. Ma mercoledì, io, la Secca e la Bonny, la sua ex compagna di banco, decidiamo di avere bisogno di anticipazioni e di organizzare un aperitivo. Dove ci vediamo? Al Rigattiere, da Cristian. A che ora? 18,30. Okay. Posso farcela. Anzi, ci infilo pure una cena con Giaco ‘soli soletti o quasi’. Chiedo a mio suocera di tenere le bimbe da lei a dormire, lei dice okay. Perfetto. Organizzo la trasferta della prole, preparo i loro cambi d’abito e il resto necessario per la giornata...
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9 Apr

J’ADIOR

enrica alessi not for fashion victim
     
L uca è rimasto a dormire da me. Mi alzo dal letto cercando di non svegliarlo, mi dirigo verso il bagno, socchiudo la porta alle mie spalle e lì, di fronte allo specchio, mi chiedo perché Thor gironzola ancora con il suo martello tra i miei pensieri. Il mio istinto materno — che forse non possiedo — dovrebbe dare la priorità a Lolita, ai cuccioli. E il mio ego dovrebbe continuare a sentirsi soddisfatto e mentalmente occupato, immaginando i difficoltosi passaggi di un operazione perfetta. Potrei pure aggiungere che la curiosità dovrebbe stimolarmi: visto che il regalo di Luca arriverà domani e non ho idea di ciò che possa essere. Ma a quanto pare, la sindrome del supereroe si...
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6 Apr

Il dottor Dolittle — e non è il film con Eddie Murphy

enrica alessi storie di ordinaria follia
I l mio veterinario è differente. Non assomiglia a quello dell’amaro Montenegro, non va sui monti a salvare gli stambecchi, non credo nemmeno che abbia un sidecar, ma quando c’è bisogno, so sempre dove trovarlo. Si chiama Franco, lo conosco da vent’anni, da quando ho iniziato a pensare io stessa ai miei animali. Speedy aveva un problema al cuore, Rhett  era un vero duro che combatteva per amore e Vinicio, il gatto della mia tarda adolescenza, battezzato con il nome di un caro amico, era un figo di quartiere — non sterilizzato. Sono cresciuta con la convinzione di possedere un dono: prendermi cura degli animali che non avevano più una casa e se Dio li faceva capitare davanti alla mia, non era...
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3 Apr

Alive — e non è il film con Ethan Hawke

enrica alessi storie di ordinaria follia
         
G ardaland: quanto l’ho amato. E uso il passato di proposito, perché ciò che è stato uno dei sogni più solidi della mia infanzia, con gli anni, è evaporato. Avevo otto anni l’ultima volta che ci sono stata da bambina, ci tornai dieci dopo con Giaco e una coppia di amici. Le bimbe non c’erano ancora e io riuscivo ancora a emozionarmi al pensiero dei ricordi trascorsi in quel grande parco giochi. Giovi, il fidanzato di Marinella, aveva deciso di prendere la macchina e io e Giaco ce ne stavamo seduti sui sedili posteriori con la faccia degli scolaretti in gita. Era l’inizio degli anni ‘90, era un giorno caldo e afoso, l’aria condizionata era diventata da poco un accessorio di serie...
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