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25 Lug

Mari del sud — e non è il film con Diego Abatantuono

storie di ordinaria follia
 
D opo mesi di astinenza ho ripreso a nuotare. Sto cercando di migliorare il fiato e già non è facile, ma come se non bastasse a me è toccato pure un bagnino cretino. Una mattina gli chiedo i teli per occupare tre lettini, lui me li assegna e dopo averli stesi, mi assento per un’ora. Quando scendo con le bimbe, mi chiede di non arrabbiarmi perché i miei lettini li ha presi un altro. Lì per lì, vorrei fargli due domande. La prima: sei scemo? La seconda: perché non ti sei battuto con la vita per tenermeli? La risposta alla prima domanda è sicuramente un sì, quindi la seconda non ha senso di esistere. Il bagnino cerca di porre rimedio alla sua...
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18 Lug

Gossip Girl — e forse è la serie con Ed Westwick

storie di ordinaria follia
 
P ositano è sempre stata una delle mie mete fisse — e non solo per concepire figli con Giaco — Positano apre la stagione delle mie vacanze, quelle che trascorro con le bimbe, quelle che farei anche con un deambulatore/badante e quelle a cui, forse, sarò costretta a rinunciare, quando le suddette bimbe diventeranno grandi e non vorranno più seguire la mamma. Ma ho posto una clausola coercitiva che imporrà loro di stare con me a Positano dieci giorni l’anno: non uno di più, non uno di meno. Hanno detto che va bene. Voglio crederci. Perché chi di noi potrà dimenticare quell’estate in cui abbiamo visto passeggiare per queste vie Chuck Bass di Gossip Girl? Stiamo andando a cena, siamo davanti...
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27 Giu

L’uomo che sussurrava ai cavalli — e non è il film con Robert Redford

enrica alessi storie di ordinaria follia
       
R ipenso spesso a quel momento e sono certa che a innescare quel desiderio e a convincermi ad iniziare un corso di equitazione, non era stata l’attitude fascinosa delle amazzoni — che avrei disperatamente tentato di imitare — ma la necessità di dimostrare qualcosa a me stessa. Sono quella del “mai mollare”, della razza peggiore: testarda incallita e siccome per imparare uno sporto ci metto una vita, quella poteva essere una sua lezione per incentivare la mia pazienza. I risultati della mia perseveranza avrebbero avuto effetti anche sulla mia determinazione — lavorativamente parlando — o almeno, era quello che credevo succedesse.   Non voglio stress: se devo imparare ad andare a cavallo, sarà meglio che mi rivolga a qualcuno che...
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9 Giu

Mamma ti voglio bene

l'amore ai tempi supplementari enrica alessi
         
I ricordi belli non bastano a tenermi lontana dalla realtà. Continuo a stringere mio padre sforzandomi di sussurrare parole incoraggianti che però, pronunciate tra i singhiozzi, risultano poco credibili. D’un tratto, la porta alle sue spalle si apre ed esce un medico che si dirige verso di noi. Scosto il mio corpo dal suo, mio padre si volta ed entrambi realizziamo che la vita che abbiamo pregato di risparmiare è nelle mani di quell’uomo. Guardo il dottore cercando di interpretare la sua espressione, ma chi tenta di non farsi coinvolgere non lascia trapelare emozioni. Mi rassegno e aspetto che siano le sue parole a chiarire lo stato di salute di mia madre. “Come sta?” chiede mio padre asciugandosi il viso. “L’ematoma...
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6 Giu

Diario di una schiappa –– e non è il film con Zachary Gordon 

enrica alessi storie di ordinaria follia
 
S e un giorno la sensibilità in persona mi incontrasse per strada, sono quasi certa che potrebbe commuoversi. Le persone come me sentono il doppio, sentono prima, prima dei loro passi arriva la loro anima ed emotivamente sono un chiavica. Nel lontano 1999, ero al cinema con Giaco a vedere Tarzan della Disney – non mi sono mai persa un classico, anche prima di diventare mamma – e sebbene mi stia ancora chiedendo come fossi riuscita a convincere un uomo con il petto villoso ad accompagnarmi, di fatto, la cosa che non scorderò mai fu il mio pianto disperato che fece borbottare tutta la platea, mentre Giaco, vergognandosi come un ladro, minacciava di non portarmi al cinema mai più....
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3 Giu

La sala d’attesa

l'amore ai tempi supplementari
             
M io padre non si è accorto di me, ha ancora il capo chino, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, fissa il nulla. Davide gli siede accanto nella stessa posizione e io resto immobile a guardarli, realizzando che l’ultima volta che si sono trovati insieme, in una sala d’attesa, è stato il giorno in cui è nata Sofia. Qualcosa mi impedisce di avanzare: è come se la mia mente tentasse di prendere tempo, di rifugiarsi nel ricordo per riportarmi indietro con la memoria a rivivere un momento felice in cui –– nonostante le contrazioni –– andava tutto bene. “Eva, ci siamo quasi…” dice l’ostetrica. Lo ha detto anche cinque minuti fa e invece non ci siamo per niente: soffro come un cane. “Ho bisogno...
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3 Giu

Tremors — e non è il film con Kevin Bacon

enrica alessi storie di ordinaria follia
 
M i sono sempre chiesta come facesse mia mamma a dormire con mio papà che russa come un trattore. Poi, dopo aver sposato Giaco, l’ho capito. All’inizio del matrimonio non era così, quando russava, mi bastava chiedergli di girarsi sul fianco destro e, come per magia, smetteva. Ora invece è diverso. Se di norma una persona si sdraia, si addormenta e poi –– eventualmente –– russa, Giaco non conosce la seconda fase: la salta proprio. Appena si appoggia su una superficie orizzontale, chiude gli occhi e russa. Non lo fa soltanto in camera da letto, lo fa sul divano, sulla poltrona e anche in spiaggia. I vicini di ombrellone ridono e io mi vergogno. Hai voglia di mandare bacini...
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