arola ha 9 anni e ha perso un altro dentino. Vado a prenderla a scuola e mi corre in contro entusiasta. Mi mostra il coriandolo di carta igienica in cui è avvolto il suo piccolo tesoro. Porta ancora i segni dell’estrazione: globuli rossi e piastrine.
“Hai visto mamma che ci sono riuscita?”
Presumo che il merito di questa gioia priva di traumi sia mio. Alla sua età, vivevo nel terrore che mia madre agganciasse il mio dentino dondolante con un filo, per poi fissarlo alla maniglia di una porta da spingere con violenza. Giurai che i miei figli si sarebbero arrangiati, e così è stato. E mentre mi congratulo con Carola per aver fatto tutto da sola, mi metto a pensare che i denti da latte sono magici: avere una figlia che ancora li perde mi fa sentire giovane. Questa è la mia magia. Poi c’è la sua: quella della fatina che viene a ritirarlo come un vuoto a rendere, lasciando un soldino sotto il cuscino.
“Mamma, mi hanno detto che per un canino possono darti anche dieci euro, lo sapevi?”
Esiste un traffico illegale di denti da latte con un listino prezzi?
“E chi te lo ha detto?”
“Richi. E secondo me è vero: con questo qua,” aggiunge toccandosi l’incisivo. “la fata mi aveva portato cinque euro.” conclude eccitata.
“Allora amore, attenta a non perderlo. Quando arriviamo a casa vai a metterlo sotto il cuscino. Okay?”
“Okay.”
“Cinque euro te li do io per il coraggio. Sei stata brava.”
“Grazie. E sai cosa faccio? Scrivo un biglietto alla fata.”
La soddisfazione fatta bambina. Prende carta e penna dallo zaino e dice:
“Guarda: glielo scrivo adesso.”
Tengo stretta una risata, ma mi dispiace rovinarmi la sorpresa.
“Ciao cara Fatina, oggi la mamma mi ha dato 5 euro, ma io vorrei il tuo soldino per sapere se esisti. Carola.”
Quella beata ingenuità riesce quasi a farmi piangere. Poi aggiunge:
“E speriamo che mi porti altri cinque euro, sennò cosa dico a Richi?”
Illustrazione: Valeria Terranova