Star-crossed or star-blessed?

8 Ott

Le stelle sono un po’ come il prezzemolo, le mettiamo dappertutto, anche sui biscotti. Le consideriamo così indispensabili da sentirci addirittura figli loro, senza storia, senza età, eroi di un sogno: quello da realizzare. A volte è talmente ambizioso che non bastano tutti i santi del paradiso a cui raccomandarci, tiriamo in ballo pure loro, quei poveri corpi celesti che stanno in cielo senza rompere le palle a nessuno, ritenendo che sia la loro posizione a condizionare il nostro destino. Le interpelliamo negli oroscopi per sapere che ne sarà di noi e la mattina, in macchina, accendiamo la radio per conoscere il loro verdetto. Zittiamo chiunque stia parlando impedendoci di ascoltare come andrà la giornata che se proprio deve far schifo, è meglio essere preparati. Anche i tarocchi, letti per avere previsioni future, hanno una carta che le rappresenta. E’ la diciassettesima e simboleggia la speranza, l’ultima a morire. Sotto sotto, le gufiamo per assistere al loro schianto al suolo, esprimere un desiderio e vederlo avverato, augurandoci che la diceria sulle stelle cadenti sia vera perché è l’unico mezzo capace di trasformare il sogno in realtà. Ci piace ammirarle, ma non vederle, specie se a darci questa possibilità è l’alluce che sbatte contro lo stipite della porta. Ambiamo salirci sopra, pur mettendo in conto che a cambiare una vocale ci vuole un attimo e passare dalle stelle alle stalle è un’eventualità da considerare, consci, però, che in casi particolarmente fortunati, può essere addirittura una cometa a brillare sul tetto. Ci domandiamo se stelle si nasce o si diventa, ma quello che più conta è nascere sotto quella buona, la sola a fornire d’ufficio una buona dose di fortuna. Qualcuno dice che è cieca, eppure sa sempre dove vuole andare e potendo scegliere tra le 12 case messe a disposizione dall’agenzia immobiliare dello Zodiaco, speriamo che sia la nostra quella in cui vuole abitare. Grande o piccola che sia, lo spazio per un ospite speciale si trova sempre.

Stars are a little bit like fingers in every pie, we put them everywhere, even on cookies. We deem stars so important to believe we are their sons, with no history, no age, heroes of a dream: the one we long for. Sometimes this dream is so ambitious that all the saints going down from heaven wouldn’t be enough and then we refer to stars, poor celestial bodies who stand still and quiet and we blame on them as if they could affect our destiny. We read horoscopes to find out what it will happen, in the morning, while driving we turn on the radio to listen to their final verdict. We squash everyone who’s talking as we want to know if our day will be a total mess so as to get ready at least. Tarots too, predicting the future, have a card that represent the stars. It s the seventeenth card and symbolises hope, which dies last. When unseen, we also hope for them falling down while we make a wish, believing that the saying about falling stars is true, the only possible way to make our wish come true. We love to admire them but not to see stars, in particular when our toe hits the door-jamb. We would like to ride them, always taking into consideration that we can go from hero to zero in a blink of an eye but also aware that, in extremely lucky circumstances, a comet can appear on our roof. We wonder if somebody was born a star or if they have become stars but what really counts is being born under a lucky star, the only one able to bring us fortune. Somebody says good luck is blind but always knows where to go and with the opportunity to choose among the 12 houses available at the “Zodiac” real estate agency, we hope good luck will choose ours. Being it small or big, we can always put up a special guest.