e donne sono dotate di super poteri. L’ho sempre pensato. E non è che ce li abbiano regalati, ce li siamo guadagnati perché di indole siamo sfigate. Sfigate in tutto. Gli uomini mica devono vedersela con certe cose ed ecco perché Dio ci ha fornito qualche optional di serie in più. Ce lo vedi un uomo alle prese con gravidanza, parto, post partum, menopausa, cellulite, ceretta, sclerosanti e tinta ai capelli? E ce lo vedi un uomo a gestire i figli quando finisce la scuola? Io no. Manco Superman ci riuscirebbe: la sua criptonite noi ce la mangiamo a colazione. Per esempio, io in vacanza sono piena di buoni propositi. Mi metto le mani in tasca cercando quel raggio di sole con cui gestire le cose nel modo migliore. Le mie figlie, invece, usano la tecnica del Killing me softly: con i loro modi innocenti mi annientano piano piano – fisicamente e psicologicamente. Non lo fanno di proposito, ma ci riescono perché per loro ogni pretesto è buono per sbuffare, ribattere o disobbedire. A pensarci bene, sono pure fortunata: il privilegio di gestire le mie figlie dalla mattina alla sera mi tocca solo d’estate, durante le vacanze. Se scelgo i loro costumi per la giornata, stai certa che almeno una di loro quello non lo vuole, lei vuole sempre lo stesso: quello del giorno prima che è steso fuori ad asciugarsi. Così, per evitare discussioni, penso al raggio di sole in tasca, cedo e l’assecondo, tanto appena arriva in spiaggia se lo bagna di nuovo. E sempre con lo stesso costume che ormai è diventato una seconda pelle, si va a fare il bagno. Quest’anno ho capito che non serve arrabbiarsi per il tempo che trascorrono in mare, in piscina o in una tinozza. Il bagno delle mie figlie è come un turno di lavoro, dura dalle 4 alle 8 ore. Quando perdono la sensibilità degli arti, e il sale o il cloro gli ha sciolto i capelli, capiscono da sole che è ora di uscire. Per i compiti delle vacanze invece, il dramma è all’ordine del giorno: questo non lo so fare, questo non l’ho capito, questo lo faccio a settembre, questo non lo coloro, per questo ci vuole il cd e questo è troppo difficile per una bambina della mia età. In casi come questo, prendere in mano la situazione sarebbe un gioco da ragazzi per una come me, se non fosse per le divisioni con tre cifre: l’incubo della mia infanzia scolastica. Altro che raggio di sole in tasca, qui cerco la luce infondo al tunnel, ma non riesco a trovarla. Getto la spugna: io sono brava con le parole, per i numeri chiedi a papà. Ma a pensarci bene, il privilegio di gestire le mie figlie dalla mattina alla sera, purtroppo, mi tocca solo d’estate. Perché a vacanza finita, mi accorgo che il raggio di sole che cercavo sono loro e l’ho sempre avuto in tasca.
Women have superpowers. I have always known it. And it wasn’t a given gift, we have kind of gained them because we’re prone to bad luck as part of our nature. Ill-starred. Men don’t have to deal with certain things and that’s why God has provided them with some extra optional. Could you imagine a man having to deal with pregnancy, delivery, after-birth, menopause, cellulite, waxing, sclerotherapy and hair dyes? And could you imagine a man looking after the children after the school years’ end? I cannot. Not even superman could do it: his kryptonite…well… we have it for breakfast. For example, on holydays I am full of good intentions. I search my pockets for that sunshine that can help me deal with things the best way possible. My daughters, instead, use the Killing me softly technique… with their innocent ways they kill me softly – physically and psychologically. They don’t do it on purpose, but they succeed in finding any valid excuse to grumble, comment or to be naughty. If I think of it, I am also lucky: I have the privilege to manage my daughters from morning till night only during the summer holidays. If I pick their swimsuits for the day, one of them will be disappointed for sure, she doesn’t want that one, she wants the same one: the very one that has just been washed and is out on the clothes-horse. Therefore, in order to avoid arguments, I think about the sunshine in my pocket, I give up and indulge her whims, useless: it will get wet as soon as we reach the beach. It is with the same old swimsuit, that has now become second skin to her, that we go take a swim anywhere. This year I have realized there is no point in getting upset for the time we spend sea-bathing, swimming in a swimming-pool or in a water tank. Swimming for my kids is like a work-shift, it lasts from 4 to 8 hours. When they start feeling numb, the salt or chlorine has melted their hair they know themselves it is time to stop. As for summer homework, it’s an everyday drama: I can’t do this, I don’t understand, I’ll do this in September, I am not going to colour this, I need a cd for this and that is too hard for a girl of my age… In such cases it would be easy enough for me to take control of the situation, weren’t it for the three-digit divisions: the nightmare of my youth. This is not the sunshine in my pocket, it’s a light at the end of the tunnel I am looking for, but I can’t see it. I give up: I am good with words but I am no good with numbers, ask dad! If I think of it, I have the privilege to manage my daughters from morning till night only during the summer holidays. When the vacation is over I realize that that sunshine in my pocket I was looking for it’s them… and that it was there all along.
Dress: LAS NOCHES IBIZA
Shoes: AQUAZZURRA
Bag: BENEDETTA BRUZZICHES