È
la solita storia, tutti gli anni, a Luglio, arrivo con la lingua di fuori. Non è colpa del caldo. Nell'azienda in cui lavoro c'è l'aria condizionata e con lo split sparato tra le scapole, ho più freddo che d'inverno. Luglio è "l'attesa" di un agosto che non arriva. Quasi fosse Godot nell'opera teatrale di Samuel Beckett. Ma è un'attesa che mi tiene compagnia, un'attesa che se non ci fosse, forse, mi mancherebbe. Luglio è la mia occasione per cedere al fascino dei colori, incoraggiata dalla mia abbronzatura da giardino. Luglio è l'aperitivo in piazza con gli amici, in cui mi godo la luce del sole che tramonta con un piacevole ritardo. È il sapore del prosecco ghiacciato sulla lingua. È il mese...