To top
15 Feb

La cosa più dolce…e non è il film con Cameron Diaz

storie di ordinaria follia enrica alessi
S e oggi nel branco siamo quattro: io, Claudia, Tilla e la Secca, all’inizio eravamo solo in due: io e la Secca. Ci siamo conosciute a scuola, dalla terza alla quinta superiore siamo state nella stessa classe, nella stessa fila di banchi. Quanti eravamo? Non lo ricordo, ma ricordo le facce dei miei compagni, il loro modo di vestirsi, i loro tratti distintivi. Eravamo un gruppo misto: c’era chi studiava, chi tirava a campare e chi era nato per dare spettacolo. Eravamo una classe dinamica che faceva casino e politica. I banchi di scuola altro non erano che postazioni tattiche da decidere in base a criteri ben precisi: amore/lavoro/amicizia. Dovevi sceglierti un compagno, ma con una strategia. Per esempio: se ti...
Continue reading
13 Feb

Il redazionale di Grazia

not for fashion victim enrica alessi
 
A vevo previsto una reazione del genere: Cassandra ha lasciato cadere le posate, si è alzata dalla sedia è sta saltellando sul posto come Alex in Flashdance — nel pezzo di Maniac. Si ferma, mi guarda e dice: “Ripetilo, ti prego.” La assecondo, lo ripeto scandendo bene le parole: “La mamma di Luca è la direttrice di Grazia.” Cassandra torna a sedersi, riprende le posate e parte della razionalità perduta. “Ma com’è possibile? Luca è un cowboy...
Continue reading
11 Feb

La porta comunicante

l'amore ai tempi supplementari enrica alessi
         
T   ra tutte le cose a cui poter pensare, la prima a mettere in moto le rotelle del mio cervello è la sua mise discutibile. Maglione oversize di un marrone indefinito — simile a quello dei suoi capelli —cinturina in vinile rosso tendente al bordeaux, pantalone in velluto a costine verde bosco, stivaletto nero con zeppa e berretto di lana rosso. In pratica, è un elfo di Babbo Natale in versione Lego Friends: deprimente. Questa ha tutta l’aria di essere un’improvvisata e dall’espressione di Davide non la definirei piacevole. Continua a guardarla in modo strano e non credo sia solo a causa dei vestiti. A distrarmi dalle prime considerazioni, è il tintinnio prodotto dalle chiavi che il concierge ha appena adagiato...
Continue reading
9 Feb

P.S.: I love you…e non è il film con Hilary Swank

enrica alessi storie di ordinaria follia
 
A lla parola SPA, già ti rilassi. Anche la combinazione delle sue lettere produce un suono armonico. E quando pensi a un regalo di San Valentino, un weekend in una SPA è l’equivalente di una fuitina d’amore. Regalati una SPA. Regalati un Soggiorno Per Amare. Dove andiamo? Giaco mi ha lasciato carta bianca, ma non ha dimenticato di stabilire un budget. Non esageriamo. Okay. Mi serve una mano. Anzi, Claudia: lei è un’esperta di SPA. La chiamo. “Tesoro: dammi una chicca. Devo prenotare un weekend in una SPA: è il nostro regalo di San Valentino.” “La so.” mi interrompe. È come se stesse premendo il pulsante per rispondere a un quiz televisivo. Prende fiato e attacca: “Toscana, Val d’Orcia: tra colline, boschetti e chiese piccine, sorge un palazzo del...
Continue reading
5 Feb

Crisi ad alta quota

l'amore ai tempi supplementari enrica alessi
       
I n una parola: una visione. Olivia, la donna in carriera che sforna perle di saggezza a sostegno del popolo femminile è lì: davanti ai miei occhi. Sembra che l’abbia mandata il cielo e che gli angeli del paradiso le abbiano suggerito un piumino goffrato rosa pastello, una borsa di Chanel color panna e un paio di moonboot dello stesso tono della giacca. Le manca giusto l’aureola. Abbandono Davide alla reception e mi dirigo verso di lei tenendo Sofia per mano. “Olivia!” Lei si volta, mi abbraccia. “Ciao! Ma che ci fai qui?” Lascia perdere. “Quando sei arrivata?” “Proprio adesso.” “Mamma è lei il tuo capo?” Olivia rimane sorpresa da tanta loquacità, si china verso di lei e le accarezza il viso. “Sì...
Continue reading
1 Feb

L’attimo fuggente…e non il film con Robin Williams

storie di ordinaria follia enrica alessi
 
N e avevo sentito parlare, una delle mie amiche era innamorata pazza di lui, lo nominava continuamente, scriveva il suo nome su ogni pagina del diario. Lo avevo immaginato come un fustacchione dal sorriso super sexy, uno di quelli che ti ruba il cuore per buttarlo nel cestino dell’umido, ma io, di fatto, non sapevo nemmeno che faccia avesse. Fino a che, un giorno, lo trovai alle superiori, nella mia classe. Ricordo che quando lo vidi, mi misi a ridere. Tutto questo baccano per un ragazzino alto poco più di me, con i capelli ricci, gli occhi scuri e il sorriso...
Continue reading