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9 Giu

Mamma ti voglio bene

l'amore ai tempi supplementari enrica alessi
         
I ricordi belli non bastano a tenermi lontana dalla realtà. Continuo a stringere mio padre sforzandomi di sussurrare parole incoraggianti che però, pronunciate tra i singhiozzi, risultano poco credibili. D’un tratto, la porta alle sue spalle si apre ed esce un medico che si dirige verso di noi. Scosto il mio corpo dal suo, mio padre si volta ed entrambi realizziamo che la vita che abbiamo pregato di risparmiare è nelle mani di quell’uomo. Guardo il dottore cercando di interpretare la sua espressione, ma chi tenta di non farsi coinvolgere non lascia trapelare emozioni. Mi rassegno e aspetto che siano le sue parole a chiarire lo stato di salute di mia madre. “Come sta?” chiede mio padre asciugandosi il viso. “L’ematoma...
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6 Giu

Diario di una schiappa –– e non è il film con Zachary Gordon 

enrica alessi storie di ordinaria follia
 
S e un giorno la sensibilità in persona mi incontrasse per strada, sono quasi certa che potrebbe commuoversi. Le persone come me sentono il doppio, sentono prima, prima dei loro passi arriva la loro anima ed emotivamente sono un chiavica. Nel lontano 1999, ero al cinema con Giaco a vedere Tarzan della Disney – non mi sono mai persa un classico, anche prima di diventare mamma – e sebbene mi stia ancora chiedendo come fossi riuscita a convincere un uomo con il petto villoso ad accompagnarmi, di fatto, la cosa che non scorderò mai fu il mio pianto disperato che fece borbottare tutta la platea, mentre Giaco, vergognandosi come un ladro, minacciava di non portarmi al cinema mai più....
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3 Giu

La sala d’attesa

l'amore ai tempi supplementari
             
M io padre non si è accorto di me, ha ancora il capo chino, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, fissa il nulla. Davide gli siede accanto nella stessa posizione e io resto immobile a guardarli, realizzando che l’ultima volta che si sono trovati insieme, in una sala d’attesa, è stato il giorno in cui è nata Sofia. Qualcosa mi impedisce di avanzare: è come se la mia mente tentasse di prendere tempo, di rifugiarsi nel ricordo per riportarmi indietro con la memoria a rivivere un momento felice in cui –– nonostante le contrazioni –– andava tutto bene. “Eva, ci siamo quasi…” dice l’ostetrica. Lo ha detto anche cinque minuti fa e invece non ci siamo per niente: soffro come un cane. “Ho bisogno...
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3 Giu

Tremors — e non è il film con Kevin Bacon

enrica alessi storie di ordinaria follia
 
M i sono sempre chiesta come facesse mia mamma a dormire con mio papà che russa come un trattore. Poi, dopo aver sposato Giaco, l’ho capito. All’inizio del matrimonio non era così, quando russava, mi bastava chiedergli di girarsi sul fianco destro e, come per magia, smetteva. Ora invece è diverso. Se di norma una persona si sdraia, si addormenta e poi –– eventualmente –– russa, Giaco non conosce la seconda fase: la salta proprio. Appena si appoggia su una superficie orizzontale, chiude gli occhi e russa. Non lo fa soltanto in camera da letto, lo fa sul divano, sulla poltrona e anche in spiaggia. I vicini di ombrellone ridono e io mi vergogno. Hai voglia di mandare bacini...
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26 Mag

Una secchiata d’acqua gelida

enrica alessi l'amore ai tempi supplementari
     
È una secchiata d’acqua gelida. Il cuore si è fermato, non riesco a parlare. “Eva, tesoro, sei ancora lì?” “Dimmi che la mamma sta bene, dimmi che non è grave. Dimmi solo questo.” Il silenzio è passato dall’altra parte del telefono: perché non può accontentarmi? “Papà, devi dirmi che cos’ha.” insisto. “Stamattina si è svegliata, stava bene, è scesa in cucina a preparare il caffè e quando l’ho raggiunta, l’ho trovata sul pavimento priva di sensi. Ho chiamato l’ambulanza e...
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19 Mag

L’ultima mise da notte

l'amore ai tempi supplementari enrica alessi
         
U na volta qualcuno ha scritto: se non puoi dire la verità alle persone che ami, allora non riesci a dirla neanche a te stesso. Questo dovrebbe convincermi che vuotare il sacco non provocherà alcun tipo di conseguenza, eppure, mentre varco la soglia del ristorante tenendo Paolo sotto braccio, l’unica cosa capace di infondermi un minimo di serenità è la mise favolosa che ho scelto per la nostra serata. Un abito argento di Jil Sander stretto in vita con una cintura di vernice, uno stivaletto di Jimmy Choo, un cappotto nero di Moschino e una borsa mignon di Saint Laurent che contiene giusto il telefono e la carta di credito — che ho preventivamente portato con me, nel...
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5 Mag

Il calcio di rigore

l'amore ai tempi supplementari
       
E lì, con la stessa eccitazione di un cavaliere che è riuscito a mettere in salvo la fanciulla, esco dall’ufficio di Javier e mi precipito da Olivia per raccontarle l’accaduto. Apro la porta convinta di servirle il mio scalpo su un piatto d’argento, ma Serena è già arrivata ed è seduta alla sua scrivania. “Buongiorno Eva!” “Ciao, come va?” Olivia non le dà il tempo di rispondere. “Hai novità?” mi chiede trepidante. La discrezione non è certo il suo forte: alla parola novità, Serena rizza le orecchie. “No, nessuna, ma se hai un attimo, vorrei farti vedere una cosa.” Il bluff è diventato il mio mestiere. Quando ho iniziato a lavorare qui, ero il punchball di Olivia: passavo la maggior parte del mio tempo nella...
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