E
dopo aver chiamato Michele e Paolo e aver dato loro la bella notizia, sono davanti a casa di Davide, pronta a ritirare Sofia.
Il mio ego continua a complimentarsi per il mio nuovo lavoro, anzi, per il mio vecchio lavoro alle mie condizioni e quella punta di orgoglio che freme nelle viscere, mi fa sentire ancora favolosa, nonostante il trucco e i capelli appassiti. Scendo dall’auto, mi sistemo il cappotto e suono il campanello.
Il citofono: la voce di Andrea.
“Sono Eva.”
“Sali, quinto piano.”
Non mi aspettavo che fosse lei a rispondere, sono in imbarazzo.
Apro il portone, mi avvicino all’ascensore e inizio a immaginare il loro nido d’amore, le effusioni che quei due si scambieranno in mia presenza per mostrarmi che...