M
elissa attenta: c’è un altro semaforo a ore nove, e se non curvi lentamente, ti troverai la felce in braccio un’altra volta.
Dannata forza centrifuga.
Dopo dieci minuti di guida sicura, arrivo davanti a casa.
Mi volto verso la felce: è immensa, devo chiedere aiuto a Cassandra — e legare Max all’albero durante questa operazione delicata.
Afferro la maniglia della porta, immaginandomi ciò che mi aspetta, in quest’ordine:
1. Max che mi assale.
2. Cassandra che mi chiede se ho visitato qualcuno con un padrone carino — alla ‘che ce l’hai un gratta e vinci te?’ — (Pieraccioni, Il Ciclone, 1996.)
Ma apro la porta e non trovo nessuno. Perché mi hanno abbandonato?
Okay. Devo reagire. Forse sono solo usciti a fare una passeggiata.
Ora, scaricherò...