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9 Set

Dynasty — e non la soap opera con Joan Collins

storie di ordinaria follia
     
I o e la family andiamo spesso a cena insieme, anche durante l’anno. I pranzi, invece, sono casi eccezionali e quelli che facciamo in spiaggia a Saint Tropez, sono diversivi dal sapore speciale. E come tutti i pranzi del sud iniziano alle tre del pomeriggio e si prolungano a oltranza. Il tavolo è prenotato per le 15,15: ho puntato la sveglia per paura di appisolarmi al sole. Mi ci vorrà un po’ per riprendermi, capire dove sono e realizzare che lo strato abbondante di solare che mi ricopre si appiccicherà ai vestiti che dovrò rimettermi. Eppure, nemmeno questo riesce a dissuadermi. Dimentico la tintarella che ho lasciato a metà e passo dal bagno a rinfrescarmi. Infilo gli orecchini, metto...
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29 Lug

L’amante — e non è il film con Romy Schneider

storie di ordinaria follia enrica alessi
 
I o e Positano siamo amanti, amanti inseparabili, ma Giaco non è geloso, non di lui. Sa che ho bisogno di Positano, mi riattiva, mi calma e mi abbronza — questo Giaco ancora non lo sa fare. Ognuno ha i suoi limiti. E così, almeno una volta l’anno, carico una camionetta di vestiti, le mie figlie, Boy e vado nel profondo sud. Profondo perché è nel profondo del mio cuore. I momenti preferiti della mia giornata a Positano. 1. La sveglia. La luce che entra dalla finestra, e la certezza matematica che, da quella finestra, si vede il mare con le barchette che sembrano soprammobili su uno specchio d’acqua blu. 2. La colazione. 3. La discesa per arrivare al mare. Quella in cui...
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8 Mar

La donna che visse due volte — e non è il film con Kim Novak

enrica alessi storie di ordinaria follia
       
I l 2020 era iniziato da qualche giorno e io ero sul punto di finire un romanzo che avevo cominciato a scrivere per gioco due anni prima. Un racconto a puntate con cui avevo dato vita a Melissa e ai personaggi che con lei facevano la storia. Il primo che avevo scritto era incentrato su una parte della mia vita, su episodi realmente accaduti, gli elementi di fantasia erano pochissimi; con questo invece era diverso, era totalmente frutto della mia immaginazione. Scritto così, di settimana in settimana — con il terrore di non riuscire a rispettare la consegna delle puntate ai lettori — senza un piano, senza una strategia, solo improvvisazione. Ripensavo ai fatti salienti e con piacere constatavo...
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21 Dic

La scuola — e non è il film con Silvio Orlando

N on ho mai visitato Napoli, sono passata solo dalla stazione, prima di raggiungere la costiera, il resto è ancora da scoprire. Il destino cerca di porvi rimedio, quando la professoressa Manno, che ogni anno partecipa con i suoi studenti alla rassegna di Positano, ‘Mare, Sole e Cultura’, mostra interesse per il mio libro e mi invita nel liceo in cui insegna per poterlo presentare ai ragazzi. Sono felice, entusiasta, lusingata, commossa, che altro? Finalmente avrò l’occasione di parlare del vero amore che è nascosto tra le righe di Prêt-à-bébé: quello nei confronti di noi stessi: la componente necessaria di una vita felice. La mail arriva alla fine di settembre e anche se mancano due mesi, inizio a imbastire un discorso. “Allora...
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14 Dic

La banda degli onesti — e non è il film con Totò e Peppino

enrica alessi storie di ordinaria follia
     
N el mese di dicembre, a fronte delle trasferte settimanali preventivamente programmate per promuovere il mio libro — che neanche Dante dopo la Divina Commedia — ho deciso di risparmiare tempo tenendo la valigia sotto il letto. E seppure per una donna riempirla non sia mai cosa semplice, anche stavolta ce l’ho fatta. Il necessaire della mia avventura romana comprende: 1 blazer nero con volant lilla sulle spalle in stile ‘Mrs Mazinga Z’, comprata con Ringhio da Zara la settimana precedente. 1 pantalone nero con banda smoking e orlo a penzoloni — che fingerò di aver scucito in loco, pochi secondi prima della presentazione con il tacco della scarpa che ho scelto per l’occasione. 1 Manolo Blahnik comprata a Saint Tropez un...
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5 Dic

Parole e musica — e non è il film con Tom Drake

storie di ordinaria follia
       
D a bambina il mio feticcio era il microfono che non ho mai avuto, e che sostituivo con la scopa, con il tubetto di lacca di mamma o con quello di schiuma da barba di papà. Nemmeno sapevo cosa fosse un amplificatore da cui fare uscire la voce e nemmeno mi importava, perché la sensazione eccitante di cantare a squarciagola, dentro la mia cameretta, bastava e avanzava. Ancora oggi, se mi impegno, la mia versione di ‘noi Puffi siam così, noi siamo Puffi blu’ è identica a quella di Cristina D’Avena. Crescendo, ho cercato di imitare le cantanti più inarrivabili: Alanis Morissette, Meredith Brooks, Dolores O’Riordan, spingendomi pure a diventare la solista di un gruppo tutto al femminile che...
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23 Nov

I segreti della mente — e non è il film con Aaron Johnson

storie di ordinaria follia enrica alessi
   
S e c’è una cosa che ho imparato nei miei primi quarant’anni, è che fare tesoro delle proprie esperienze, belle e brutte, è una grande opportunità. Chi lo avrebbe detto che subito dopo la nascita di Emma, quando passavo gran parte del mio tempo sul divano, davanti alla TV ad allattare, avrei avuto un’illuminazione involontaria? Succede che in quel periodo, su Canale 5, a intervalli regolari di circa quattro secondi e mezzo, passa la pubblicità di una mini serie televisiva intitolata “Sposerò un calciatore”. Ma quell’insistenza mediatica più che incuriosirmi, provoca l’effetto contrario, esasperandomi a tal punto da detestare la moglie del calciatore, senza aver visto una sola puntata. Per qualche strana ragione, quella reminiscenza, rimasta intrappolata nella memoria, torna...
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