ome da tradizione, anche quest’anno le nostre vacanze sono state movimentate. Ormai io e Furio siamo abituati ai colpi di scena, alle emergenze improvvise, agli imprevisti, anche se visti i precedenti avremmo dovuto mettere in conto che le probabilità che qualcosa potesse andare storto erano altissime. Uno degli assiomi di Murphy più famosi è “Se qualcosa può andar male, lo farà”. E vi posso assicurare che le mie disavventure lo confermano.
Però quando sei lì ai piedi del letto, intenta a preparare la valigia non pensi mai a quello che potrebbe accadere. Anzi sei piena di entusiasmo, non vedi l’ora di salire sul treno che ti riporta a casa e di goderti le tanto attese ferie estive dopo essere stata chiusa in un appartamento per 3 mesi e aver lavorato sodo. Ma le nostre estati sono sempre state contrassegnate da una serie di sfortunati eventi. Come quando, sette anni fa, andò a fuoco la lavatrice. Si, avete letto bene. Io e Furio eravamo a Vulcano. Un pomeriggio iniziò a piovere e ci rifugiammo in casa. Io adoro i temporali estivi, i tuoni, le tempeste di lampi, il rumore delle onde del mare che si infrangono sugli scogli. Il momento perfetto per dedicarsi alla lettura di un bel romanzo, no? No. Saltammo dal letto quando un fulmine prese in pieno la centralina elettrica vicino casa. Furio ha paura dei fulmini e dopo pochi istanti cominciò a sentire puzza di bruciato. Io, conoscendolo bene, sminuì il suo allarmismo. Ma, pur non avendo un olfatto eccezionale, anche io percepì lo stesso odore acre provenire dall’esterno. Arrivammo in cucina, aprimmo la porta d’entrata e restammo sconvolti: dal vano della lavatrice uscivano fiamme così alte che arrivavano quasi alla tettoia del patio. Così Furio richiuse immediatamente la porta, prendemmo Frida in braccio, scappammo dalla finestra e andammo a chiedere aiuto ai miei zii che abitano lì vicino. Con il loro aiuto riuscimmo a domare le fiamme e a quel punto dovevamo smaltire l’elettrodomestico carbonizzato. Quindi riuscimmo a recuperare una carriola, che ovviamente aveva la ruota sgonfia e con grande fatica e tra grasse risate caricammo in macchina il cadavere che portammo in discarica.
Ma la sfiga si sa, ci vede benissimo ed è sempre al nostro fianco. Infatti, un altro assioma di Murphy dice “la probabilità che una fetta di pane imburrata cada dalla parte del burro su un tappeto nuovo e direttamente proporzionale al valore del tappeto stesso”. Appunto. Pochi giorni fa eravamo felicemente appollaiati sugli scogli in un lido stupendo di Ischia che si chiama U Paravis’ in compagnia di alcune amiche della sorella di Furio. Proprio mentre ci stavamo preparando per andar via, inavvertitamente una delle ragazze ha urtato il borsello in cui c’erano i nostri telefoni, portafogli e altri effetti personali facendolo cadere in acqua. L’unico a salvarsi è stato il mio dopo 3 giorni di pratiche rianimatorie da parte del tecnico. Invece quello di Furio, super tecnologico e nuovo di zecca, è stato dichiarato dall’esperto definitivamente morto. Certo poteva andare peggio. Ma delle volte penso che se Murphy fosse ancora vivo mi proporrei come cavia da cui prendere ispirazione per elaborare nuove teorie e paradossi.
Testo e illustrazione: Valeria Terranova