oncludo la settimana con un trittico dedicato a questo fantasmagorico romanzo a puntate che, concedetemelo, sarebbe rimasto alla puntata numero uno, se non fosse stato per voi. E sarebbe stato anche il più banale mai scritto senza i vostri suggerimenti. Detto questo, tra qualche lunedì finirà, e ho cominciato a pensare a chi vorrei farlo leggere una volta concluso.
La seconda stagione sarebbe nata a prescindere, ma ho pensato che dalla via che c’ero potevo anche arrivare a un nuovo cliente: Tom Ford.
Cioè, non proprio lui in persona, l’ufficio stampa Beauty Italia. Chi si inventa una collezione di cinquanta rossetti che portano il nome delle persone che ha baciato nella vita è grandioso, e io non posso restare fuori dalla squadra. L’occhio della tigre è andato in modalità ON. Mio marito dice che sembro una che va in trance e che scrive quello che che le detta una forza paranormale. – Non per i contenuti eh, per le facce che mi vengono quando penso. Ci sono: inizio la seconda stagione del mio romanzo a puntate con un flashback sulla vita passata di Jo e sul suo profumo. E il suo finale indosserà lo stesso profumo per concludere la storia. Quindi, una volta fatto che si fa? Stavolta ve lo dico subito. Bisogna tradurlo e mandarlo a Tom Ford.
Per posta. Cartacea, elettronica. Volantino pubblicitario. Raccomandata con ricevuta di ritorno. Non ho la PEC perché non mi sono mai dovuta certificare con nessuno. Vedi? A questo punto dei giochi mi sarebbe servita. Non importa: mi metto nelle mani di Dio, in quelle delle Poste Italiane, e spero che almeno stavolta le mie preghiere vengano ascoltate. Per sicurezza mando una copia anche a sua madre. E lì comincia un viaggio che ciao proprio: per dirti dove può arrivare la mente fervida – a tratti psicolabile – di una scrittrice.
Immagino Tom Ford la sera nel suo lettino, prima di andare a dormire. E in quel momento, un attimo prima che lui prenda possesso del telecomando e mi abbandoni per un talk show, una botta di fortuna: il maggiordomo bussa alla porta ed entra nella sua stanza.
“Mr. Ford, l’ufficio stampa italiano le manda questo pezzo, sa com’è: le solite stalker che ogni tanto devono accontentare. Ma dicono che è buono. E io credo che potrebbe conciliare il sonno – se posso permettermi.”
“Vediamolo.” dice allungando la mano verso la pila di fogli.
Il maggiordomo gliela porge.
“Lei lo ha già letto Niles?”
“Che resti tra noi: l’ho divorato.”
Tom lo sfoglia. – Dai, ti prego, ora lo legge, ora gli piace. E visto che è un regista ci fa un film. E mentre la mia umiltà fa cenno alla mia ambiziosa presunzione di mettersi seduta, lui riceve una telefonata. #TePareva.
È sua madre che ha appena finito di leggere il libro.
“Tommy…”
“Mamma ciao. Quanto tempo…”
“T’aggia a parlá…”
E qui parte la sigla di Gomorra.
“Avimm fa’ na’ serie TV cu chist’.”‘
“Ma io mamma faccio solo cinema.”
“E vuol dire che stavolta faremo un’eccezione.”
Ora vediamo le opzioni del finale: Io che ritiro il Premio Scardamaglia per la migliore sceneggiatura? O Tom Ford che mi denuncia? Apro ufficialmente il tele voto.
Illustrazione: Valeria Terranova