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3 Giu

Tremors — e non è il film con Kevin Bacon

enrica alessi storie di ordinaria follia

enrica alessi storie di ordinaria follia

 

M
i sono sempre chiesta come facesse mia mamma a dormire con mio papà che russa come un trattore. Poi, dopo aver sposato Giaco, l’ho capito.
All’inizio del matrimonio non era così, quando russava, mi bastava chiedergli di girarsi sul fianco destro e, come per magia, smetteva. Ora invece è diverso. Se di norma una persona si sdraia, si addormenta e poi –– eventualmente –– russa, Giaco non conosce la seconda fase: la salta proprio. Appena si appoggia su una superficie orizzontale, chiude gli occhi e russa. Non lo fa soltanto in camera da letto, lo fa sul divano, sulla poltrona e anche in spiaggia. I vicini di ombrellone ridono e io mi vergogno. Hai voglia di mandare bacini per farlo smettere, lui continua imperterrito e il suono –– se così vogliamo definirlo –– è simile a quello di un barrito di un elefante che, alla vista dei bracconieri, richiama il suo branco impaurito. Se è vero che chi dorme non piglia pesci, chi russa piglia spinte, calci e pugni. E la cosa peggiore è che quando lo sveglio supplicandolo di fare qualcosa per smettere, lui mi chiede: “Perché? Russavo?”
“No, sono io la sadica che si diverte con poco. Ma ti pare che ti sveglio senza una buona ragione? Trema pure il letto! Adesso ti registro, così capisci che razza di casino stai facendo.”
E l’ho fatto, ho un sacco di video che dimostrano la sua colpevolezza innocente, ma di fatto, sebbene le soluzioni per non soffrire d’insonnia non siano molte, sono anni che Giaco promette di comprare i cerotti per il naso, sono anni che io prometto di comprare i tappi per le orecchie, ma sono altrettanti anni che, entrambi, decidiamo di trovare soluzioni alternative per ciò che è diventato l’unico problema di coppia. Giaco gioca a tennis, è la sua passione, e allora perché non provare a cucirgli una pallina dietro la maglia del pigiama? Potrebbe svegliarsi talmente incriccato da decidere di andare a russare a casa di un’altra, ma non mi preoccuperei più di tanto, non riuscirebbe a dormirci insieme nemmeno lei.
Ora, mi rendo conto che la soluzione più semplice è quella di dormire in camere separate, ma non voglio rassegnarmi. E poi –– per dirla tutta, ma proprio tutta –– a casa non ci sono più stanze libere, le ho riempite tutte con i miei vestiti. Resta solo il garage e la macchina che è sempre parcheggiata lì dentro non è il massimo della comodità. Divano? Anche, perché no? Ma confesso di preferire il “pari o dispari”: chi vince si addormenta per primo.
Illustrazione: Valeria Terranova