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21 Feb

“Troppo giusta!”

Il paninaro è una specie di ominide del genere Homo, apparsa sulla terra nei primi anni ’80. Inizialmente si stanziò nella regione longobarda e in breve tempo riuscì a conquistare il resto della penisola Italica. E’vissuto circa un decennio per poi estinguersi definitivamente, ma le griffes che indossava allora, vivono ancora oggi nella memoria di chi apparteneva a quel ceppo e di chi ne ha anche  solo sentito parlare. Già, quanto eravamo giusti in quei look super costruiti? Nulla era lasciato al caso, niente doveva essere sobrio, tutto doveva avere “la firma” in bella vista. Poteva cadere il mondo, ma ciò che contava era avere addosso qualcosa che ci identificasse come un “paninaro”! Nei dettagli: le felpe dovevano essere BEST COMPANY e AMERICAN SYSTEM by Olmes Carretti che, anche a costo di morire di ipossia per trattenere il fiato, erano da infilare rigorosamente dentro ai jeans e questi avevano la necessità di essere LEVI’S 501, usati e non, oppure con una grossa U in spugna…UNIFORM…what else? La giacca iconica del paninaro era senza dubbio il MONCLER, nella versione con maniche e senza, da indossare con un giacchino di jeans AMERICANINO. Anche quella di STONE ISLAND andava bene. In quel periodo, il maggior numero di denunce di furto riguardava gli stemmi a stella della Mercedes e quelli di questa giacca, attaccati con soli due bottoni e che rubare era un gioco da ragazzi. I più convinti puntavano invece il capospalla di pelle: lo SCHOTT o quello di AVIREX con le toppe colorate, come quello di Tom Cruise in Top Gun. Anche l’orologio non poteva essere uno qualunque… per essere “giusti” al polso ci voleva uno SWATCH trasparente con tutti i meccanismi in bella vista, anche l’HIP HOP colorato e profumato era ammesso. Passiamo alle scarpe, poteva mancarci un polmone, gli incisivi, ma non certamente un paio di TIMBERLAND, estive, invernali, quattro stagioni, a scarponcino, chiare, scure, di nabuk, insomma, senza quelle era forse meglio non uscire di casa! Le sneakers d’ordinanza erano bianche col baffo azzurro, le uniche NIKE che non ho mai avuto, o le SUPERGA, mentre quelle senza lacci erano solo VANS. Le calze, un nome e una certezza: BURLINGTON, ma alle squinzie erano concesse anche quelle di NAJ OLEARI, che dello stesso brand usavano la cartella, l’unica It Bag dell’epoca. Alla sessione stivali c’erano: DURANGOCAMPEROS e anfibi DR. MARTENS, con punta di ferro o semplici. Poi gli occhiali, gli unici che ci potevano far assumere un’aria accattivante e sicura erano i RAYBAN a goccia, con tutti gli altri eravamo out! La cintura non serviva, figurati se i pantaloni potevano scendere con una felpa spessa 4 dita infilata al loro interno, ma era figo averla e quella di EL CHARRO era la sola che si potesse definire tale. Sopra i 14 anni si doveva essere motomuniti e anche il due ruote rispettava regole ben precise: la carrozzeria era blu e gialla e il suo nome era TOUAREG!  Dopo questa bellissima carrellata di ricordi mi sono ritrovata a pensare cosa di allora è rimasto, cosa di quel periodo indossiamo ancora oggi e in che modo. MONCLERTIMBERLAND e RAYBAN sono gli unici brand superstiti. Pur avendo subito anch’essi un periodo di crisi, hanno saputo riprendere il loro posto sul mercato, diventando dei must-have per il tempo libero! Qualcuno si è adattato e ha rivisitato il suo stile per non sparire dalla circolazione e qualche altro è definitivamente scomparso, lasciando un vuoto che nessuno ha più colmato. Lasciatemi dire, però, che il solo fatto di aggiungere un risvolto a un paio di jeans e abbinare qualche pezzo di allora può darci il piacere di sentirci “troppo giusti”ancora una volta…

The “Paninaro” (from the dictionary: member of a group of youths frequenting sandwich bars and wearing fashionable clothes) is a hominid of the Homo species, who appeared on earth at the beginning of the 80s’ and settled in the Longobardian region to spread then to the rest of Italy. This peculiar species lived for almost ten years but the designer clothes it used to wear still live today in the memory of those who knew or belonged to the species. Yes…we were really cool in those extra-fashionable outfits! Nothing was left to chance, nothing was sober and minimal, a show-off meant for the designer label to be clearly in view, it could have been the end of the world, or our granny ill in hospital …no matter what the really important thing was to wear something that would make us immediately recognizable as a “paninaro”! More specifically….. BEST COMPANY and AMERICAN SYSTEM sweatshirts by Olmes Carretti that, regardless of the likely risk of hypoxia death by holding our breath, had to be jammed into jeans, the latter needing to be LEVI’S 501, second-hand or new or patched with a giant spongy U…UNIFORM…what else? The iconic outerwear of paninaros was no doubt the MONCLER duvet, with or without sleeves to top the AMERICANINO jeans jacket. STONE ISLAND outerwear pieces were also in vogue. In those years, most of theft reports were relevant to the Mercedes star logo and Stone Island’s jackets with the Mercedes star stuck on them. The most confident paninaros chose a leather outerwear piece: the SCHOTT jacket or the AVIREX flight one with coloured patches like the Tom Cruise’s original one in Top Gun, to avoid misunderstandings! Watches were pretty important too… To be really “cool” you had to own a transparent SWATCH watch showing mechanism or a HIP HOP one in perfumed coloured soft plastic. And what about shoes?….we could have survived without a lung but not without a pair TIMBERALND, be they light, dark, high, low, in nubuck, or else! BURLINGTON socks and NIKE sneakers, the white ones with the blue swoosh, Or SUPERGA….or VANS. As for boots, there was a broad, selected choice: DURANGO, CAMPEROS, DR. MARTENS, with or without iron toe. Sunglasses….pointless to say that the RAY-BAN were the one and only to take on a confident, captivating look. The over-14 had to own a moped that also had to comply with strict standards: the bodywork was blue and yellow and its name was TOUAREG! Girls, who are usually over-accessorised, didn’t wear bags, but NAJ OLEARI briefcases…and look at what I came across…mine! That’s why I started thinking about what has passed on hence… The pieces that we still wear today and how. MONCLER, TIMBERLAND and RAYBAN have definitely survived, they have experienced a period of decline and they have managed to regain their market-share becoming, once again, must-have brands for our free time! Some labels underwent a restyling, some others disappeared, leaving a void that no else could fill. And…allow me to say that the simple tuning my jeans up or just wearing some old pieces has made me feel, for a moment, the magic of those years…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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