Se non fosse per i supereroi, nati nella Golden Age, tra la fine degli anni trenta e l’inizio degli anni cinquanta, il fumetto non sarebbe mai diventato una forma d’arte. A renderlo famoso è stato Superman, offrendo il contributo più importante alla cultura popolare di quel periodo. Dopo di lui sono arrivati Batman e Robin, Wonder Woman, Captain America, Iron Man, Spider Man, Thor; tutti hanno avuto fortuna grazie alle storie semplici in cui il bene sconfigge il male e quando un personaggio funziona sulla carta, Hollywood trova il modo di fare lo stesso con il grande schermo. Superman e Spiderman hanno ricevuto otto sceneggiature, Batman sette, Iron Man ne ha avute due, Thor, Captain America e Catwoman una ciascuno, e Wonder Woman? Una serie televisiva è un film che non può nemmeno definirsi tale. Eppure, occupa la quinta posizione nella classifica dei cento migliori supereroi, dietro a Wolverine e davanti a Captain America, è uno dei personaggi più inarrestabili di tutta l’editoria a fumetti di genere supereroico ed è considerata una delle tre icone di base dell’universo immaginario della DC Comics insieme a Batman e Superman. Sessismo? Discriminazione? Nel 1941, Marston, l’ideatore, crea il suo personaggio per dare alle donne un modello capace di portare avanti le loro idee, una figura femminile con la forza di un uomo e il fascino di una donna bella, brava e capace di salvare il mondo. Diana Prince come Clark Kent porta gli occhiali e vola più veloce della luce, ma se a lui serve una cabina telefonica per infilarsi la tutina ed entrare in azione, a lei basta fare una piroetta su se stessa. A detta di Batman, è una delle combattenti più letali del mondo, ma neanche questo è riuscito a convincere i produttori holliwoodiani a realizzare una pellicola degna dei suoi poteri. Forse salvare il mondo è una cosa da uomini, le donne cucinano, lavano i piatti, stirano e quando fanno tutto questo perdono quel fascino che si nasconde nel lato oscuro. Serve essere Malefica per avere successo o nella realtà sono le donne ad essere più Wonder di quanto non siano Super gli uomini? È questo che Hollywood non è disposto ad ammettere? Le donne non hanno bisogno di fare cinema per dimostrare di avere capacità straordinarie. Pensa ad Erin Brockovich: una storia forte come la verità diventata il simbolo che anche una vagina può difendere il mondo e salvarlo dai cattivi – davvero.
If it wasn’t for super-heroes, born in the Golden Age between the end of the thirties and the start of the fifties, comics will have never become a form of art. Superman was the one who offered the most important contribution to the culture of the period. After him, Batman and Robin, Wonder Woman, Captain America, Iron Man, Spider Man, Thor; all of them were able to make the good win against the evil and when a character works on paper, Hollywood finds a way to make it a blockbuster movie. Superman and Spiderman got eight scripts, Batman got seven, Iron Man two, Thor, Captain America and Catwoman got one each and what about Wonder Woman? A TV series and a B-movie, that’s all. Yet, she’s in the fifth position in the list of the best one-hundred superheroes, just behind Wolverine and before Captain America, she’s one of the best selling heroes of comics and an icon of the DC Comics Universe together with Batman and Superman. Sexual harrassement? Discrimination? In 1941, Marston, the creator, invented this character to give women a model to bring forward their ideas, woman as strong as a man and beauty of a woman and what’s more able to save the world. Diana Prince like Clark Kent wears glasses and flies at supersonic speed but if he needs a telephone box to wear his outfit and come into action, she just needs to turn around. Batman thinks she’s one of the most lethal warriors but he wasn’t able to convince Hollywood producers for a film. Maybe, saving the world is a man’s business, women cook, wash dishes, iron and when they do this, they lose that dark fascination allure. Do you really need to be evil to have success or women are more Wonder than men are Super? Isn’t Hollywood ready to admit this fact? Women don’t need a blockbuster movie to affirm their power. Think of Erin Brockovich: a story as strong as the truth has become a symbol that even a vagina can defend the world and protect it from evil – for real.
Suit: CHANEL
Belt: FAUSTO PUGLISI
Sandals: MC2 SAINT BARTH
Bag: KARL LAGERFELD
Jacket: MOSCHINO CHEAP AND CHIC VINTAGE
Eyewear: CUTLER AND GROSS