Una volta avevamo lo Scarabeo, oggi abbiamo Ruzzle. Uno quadrato con sedici lettere da combinare tra loro per trovare un certo numero di parole, stabilite dal sistema, in cui ognuna di esse ha un punteggio diverso. Vince chi ne trova il maggior numero e totalizza il maggior punteggio. E’ un po’ come quando si sceglie un outfit: si hanno a disposizione un certo numero di oggetti tra capi e accessori e si cerca di tirar fuori la soluzione migliore. Anche a Ruzzle ci sono parole semplici e altre più complicate, nella moda il gioco è lo stesso…si può scegliere qualcosa di scontato, andare sul sicuro, usando una combinazione che ha un punteggio basso, ma comunque corretta, oppure osare facendo abbinamenti audaci, che, se considerati esatti, danno la possibilità di ottenere un buon risultato e un buon punteggio. Ma è anche vero che a Ruzzle, a volte, si scelgono parole che non esistono, parole che non si usano più, ma che il sistema considera comunque corrette e altre che, seppur usate quotidianamente, lo stesso non riconosce. Ancora una volta vince la mia regola: le regole non esistono. Mi piace pensare che ognuno di noi abbia il diritto di osare, di azzardare combinazioni, di giudicare in base al proprio gusto per costruire il proprio stile, di combinare opere e parole, utilizzando quelle con cui riusciamo ad esprimerci meglio. Qualcuno ci definirà IN, qualcun altro OUT, ma la moda non è una scienza esatta, non è matematica, al massimo può definirsi Fashion Algebra e Anna Piaggi ce lo ha insegnato proprio bene.
Once upon a time it was Scrabble, today it’s Ruzzle time… A square with sixteen letters to mix and match to find a series of words, set by the system, each of them giving a different score, the one who finds the greater number of words and totalises more credits wins the match. This sounds very similar to the choice of an outfit: you have a certain number of pieces and accessories and you try to find the best solution possible. And like in Ruzzle, where there are easier and more difficult words to find, in fashion it works the same…you can choose a common piece, to be safe and sure, using a correct combination that gives you a low score, or you can dare, with audacious mixes that, if correct, can give you a high score. But it’s also true that sometimes, while playing Ruzzle, you choose inexistent words that the system considers correct and others, though existent, are not recognised by the system. Once again my personal rule is a winning one: there are no rules. I want to believe that everyone of us has the right to dare, to find a personal combination, a personal style, to mix and match actions and words, to have an independent way of defining a personal mood and to be able to write this allure using the words that represent us at best… Some can think you’re IN and other that you’re OUT, but, remember, fashion is not an exact science…it’s not Maths… It can be considered as a Fashion Algebra and Anna Piaggi taught us this well.
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Red Jacket: JIL SANDER
Blue Jacket: SHI4
Necklace: MARINA FOSSATI
Denim: JBRAND
Shoes: JIL SANDER
Bag: CHRISTIAN LOUBOUTIN